Dossier

Il dialogo fra Pauli e Jung: le strane coincidenze tra fisica e inconscio

Un’analogia con la meccanica quantistica

L'idea che emerge dalle riflessioni di Pauli e Jung è quella di una natura intesa come "totalità", nella quale esiste un ordinamento generale, che collega tra loro la realtà fisica e quella psichica. Pauli pare molto affascinato da questa visione dell'universo.

Il fisico e lo psichico sembrano essere intimamente legati in un tutt'uno a due facce, come se fossero i due aspetti complementari di una sola realtà. Un rapporto del tutto simile a quello che caratterizza la natura degli oggetti nella meccanica quantistica, che possono presentare di volta in volta caratteristiche corpuscolari oppure ondulatorie, entrambe possibili ma mai coesistenti.

Il dialogo tra Pauli è Jung è stato un tentativo molto originale di riflettere sulla natura e sul nostro modo di conoscerla e di avvicinare due discipline profondamente diverse per metodi e oggetto di studio, ma che inaspettatamente hanno mostrato analogie e punti di contatto. La speranza era quella di fornire un'immagine del mondo il più completa possibile, che comprendesse i fenomeni fisici e quelli psichici.

Si tratta di problematiche estremamente complesse che, dopo la morte di Pauli e di Jung, non sono più state affrontate in maniera interdisciplinare. In parte esse sono state approfondite da alcuni allievi di Jung, per esempio da Marie Louise von Franz, che ha sviluppato le riflessioni junghiane sui rapporti tra psiche e materia. Sul versante della fisica, gli sviluppi successivi sui fondamenti della teoria dei quanti sembrano confermare l'idea di una natura intesa come totalità, formata cioè da sottoinsiemi non separabili ("non-località" della teoria).

Sono mancate, tuttavia, la ricchezza e il fascino di un dialogo che, superando le rigide distinzioni tra le discipline, ha tentato di creare nuovi strumenti per esplorare il mondo, fornendo stimoli e suggestioni uniche nella storia della scienza moderna.

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