Dossier

Progetto Guarini

Cenni storici

Costruita a Torino alla fine del XVII secolo, la Cappella della Sacra Sindone è una mirabile opera di Guarino Guarini, genio del barocco ai vertici dell’architettura del Seicento.

L'intera struttura è concepita sulla base dei multipli del numero tre (rappresentato come specchio della Trinità) e sulle figure "perfette" (cerchio, triangolo e stella) e il percorso architettonico è qui inteso come processo di elevazione spirituale. Al suo centro svetta l'altare barocco che conserva, in una teca, la Sacra Sindone, qui ospitata fin dal 1694.
Nella notte tra l'11 e il 12 aprile 1997 un incendio, danneggia pesantemente l'edificio e la stessa Sindone è sottratta alle fiamme dai pompieri.

Progetto Guarini - CappellaNel 1667, Padre Guarino Guarini, architetto di corte e grande esponente dell’arte barocca, fu incaricato da Carlo Emanuele II di Savoia di completare la cappella nella quale conservare la Sacra Sindone. Emanuele Filiberto, nel 1578, aveva portato la Reliquia a Torino. I lavori si protrassero sino al 1694 dopo la morte del Guarini avvenuta nel 1683.

Si accede alla cappella da due scaloni speculari posti al fondo delle due navate laterali del Duomo. Le rampe si snodano verso l’alto, svelandosi pian piano alla vista, in una sensazione di tortuosa ascensione. Gli scaloni terminano in due piccole stanze circolari. Da qui è possibile vedere il vano centrale, un cerchio perfetto immerso in una sontuosa oscurità: i pavimenti sono decorati con una fantasia di stelle bronzee che rimandano alla costruzione, avvolgendola di luce. Nelle pareti, scandite da sobri pilastri corinzi che smorzano l’effetto voluttuoso del marmo, sono ricavati tre grandi archi, uno dei quali affaccia sulla navata centrale del Duomo.

La Cappella della Sindone è una fabbrica molto complessa perché non si appoggia ai metodi convenzionali del costruire e va contro a certi criteri di continuità della struttura che si erano affermati nella tradizione rinascimentale. È infatti un oggetto sperimentale, costituito da più livelli autonomi sovrapposti e in varia misura tra loro collegati, una sequenza a torre di strutture indipendenti e differenti per geometria e forma architettonica. Seguendo un procedimento squisitamente intellettuale, Guarini ha sviluppato nelle tre dimensioni immagini geometriche bidimensionali, triangoli, esagoni, cerchi, innalzando una struttura ardita e sperimentale, e che non è mai stata verificata. Alla ricerca di straordinari effetti di apparente precarietà, si è rifatto ad una concezione gotica, e per costruire in aria quelle sue immagini geometriche, l’architetto teatino non si è fatto scrupolo di bendarle, allacciarle e tenerle insieme con catene e quant’altro, per contenerne le imprevedibili spinte.

Guarini ha deliberatamente piegato tecniche costruttive connaturate alla costruzione in cotto, o alla costruzione in pietra, come la stereotomia, al limite di applicazioni improprie alla natura stessa di pietra e mattone. È andato oltre disegnando sulle superfici lapidee dell’interno, figure architettoniche che non hanno alcun rapporto con il reale funzionamento della struttura che le sostiene. Questa, infatti, rimane in gran parte nascosta dietro l’apparente disegno di lunette e pennacchi che si mostrano in superficie. Inoltre la Cappella è doppia, costituita da due sistemi distinti: un guscio interno in pietra, avvolto, sostenuto e trattenuto da una struttura muraria al suo esterno. In realtà i due sistemi sono soltanto in parte tra loro indipendenti e cooperano assieme su più piani e livelli, ma il rapporto tra le due strutture resta uno degli aspetti più misteriosi di questo straordinario edificio.

La Cappella della Sindone, dunque, è quanto di più lontano si possa immaginare dai sistemi costruttivi tradizionali messi in opera nel Seicento. Fu costruita applicando tecniche, materiali, e disegnando immagini visive in modo del tutto improprio rispetto alle applicazioni consuete di quelle stesse tecniche e di quegli stessi materiali.

La Sacra Sindone è un lenzuolo di lino sul quale è impressa l'immagine di un uomo che porta i segni della crocefissione. La tradizione identifica l'uomo con Gesù e il lenzuolo con quello che fu usato per avvolgerne il corpo quando egli, morto, fu deposto nel sepolcro.  La Sindone, a partire dalla fine del XIX secolo, è stata oggetto di numerosi studi scientifici miranti a valutarne le caratteristiche, scoprire le modalità di formazione dell'immagine e verificarne o meno l'autenticità.

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