Dossier

Scienze Botaniche a Torino tra Settecento e Novecento

La Botanica nella prima metà del Novecento

Capita a volte di veder presentato con fosche tinte lo stato delle scienze fisiche, matematiche e naturali nell’Italia del XX secolo e in ispecie nei suoi primi quarant’anni. Questo è del tutto falso per le scienze botaniche e per l’attività dell’Accademia delle Scienze e dell’Ateneo torinese in questo settore. Un segnalato merito per lo sviluppo delle ricerche, la capacità di innovare in funzione dei tempi e il mantenimento di un elevato status socio-politico della disciplina va in primis a Oreste Mattirolo. Allievo e collaboratore del De Bary, Mattirolo è personaggio di spicco nella storia della Biologia delle Simbiosi in quanto scopritore dei Basidiolicheni ed esperto di biologia dei tartufi. La sua personalità scientifica è eclettica, s’interessa di problemi applicativi in agricoltura, propone il recupero di piante alimentari non più in uso o di nuove piante industriali. Medico e naturalista sviluppa la scuola di microscopia e anatomia microscopica portandola a successi internazionali.

Erbario Duca degli Abruzzi Oltre agli aspetti sperimentali cura anche quelli sistematici catalogatori. Il suo erbario idnologico, collezione di tartufi essiccati, è il maggiore del mondo, la collezioni dell’Herbarium Universitatis Taurinensis sono da lui arricchite, grazie al dono del Duca degli Abruzzi che concede all’Istituto e Orto Botanico torinese tutti i materiali raccolti durante la spedizione alle Isole Svalbard.

Mattirolo è a pieno titolo un naturalista quali si potevano incontrare nel XIX secolo senza essere attardato sulle posizioni del curiosus rerum naturae ed essendo al contrario perfettamente inserito nelle tendenze più avanzate di progresso scientifico. La sua opera fu riconosciuta e appoggiata dalle autorità statali, con lui i botanici torinesi ottennero riconoscimenti sociali e finanziari e dimostrarono la capacità di guidare lo sviluppo di nuovi settori della ricerca biologica. A Mattirolo va riconosciuto il merito di aver riconosciuta l’importanza della Biologia delle Simbiosi in un periodo storico in cui le simbiosi erano trascurate (con la sola esclusione di quelle agenti di malattie delle piante).

Dotato di spirito organizzativo percepirà negli anni Trenta la necessità di istituire una Facoltà di Agraria a Torino e riuscirà nell’intento focalizzando tutte le risorse della Regia Accademia di Agricoltura a raggiungere questo scopo.

Al Mattirolo succedette nel 1932 Carlo Cappelletti (1900-1990), laureato in Scienze Naturali a Torino, Ordinario di Botanica nella Regia Università torinese, Accademico delle Scienze, Accademico di Agricoltura, Dottore Honoris Causa in Scienze Naturali dell’Università di Lovanio.

Cappelletti fu uno spirito eclettico, costruttore di apparecchiature scientifiche, sperimentatore non banale di tecniche fisiologiche per studiare le piante in campo, di tecniche pionieristiche di colture cellulari e di tecniche per l’isolamento e il reimpianto delle muffe necessarie alla crescita delle orchidee (funghi endomicorrizici delle Orchidaceae). Nel periodo dei bombardamenti su Torino e della successiva guerra civile il Cappelletti si ritirò in Veneto e lasciò la conduzione dell’Istituto ed Orto Botanico all’allievo Professor Arturo Ceruti.

Siamo ai primi anni Quaranta. Da questo punto è prematura una per quanto semplificata, ricostruzione storica. Lo sviluppo delle scienze è non di rado legato a variabili sociali, economiche, ma troppi sono ancor oggi i risentimenti e le valutazioni emotive del periodo della seconda guerra mondiale, della guerra civile e del primo dopoguerra e troppo vicini a noi sono gli anni cinquanta e seguenti. Lascerò agli storici futuri le valutazioni scientifiche di questo periodo. Beniamino Peyronel Basterà qui ricordare che a Carlo Cappelletti succedettero Beniamino Peyronel (1890 1975), un micologo di formazione naturalistica, patologo vegetale studioso delle simbiosi micorriziche, e che a Peyronel succedette Arturo Ceruti, istologo e micologo. Ceruti, collaborando con la Fisica sperimentale torinese, costruì e sperimentò per primo in Italia un microspettrofotometro nel visibile e nell’ultravioletto.

Ceruti Fungi

Suggerimenti