Dossier

Riciclaggio. Materiali, tecnologie e prodotti

Riciclo chimico e termovalorizzazione

Il riciclo chimico e la termovalorizzazione sono processi che utilizzano i rifiuti plastici per produrre combustibili e chemicals alternativi a quelli di origine fossile. I vantaggi di queste metodologie sono rappresentati dal risparmio di fonti non rinnovabili in via d’esaurimento, dalla riduzione di emissioni di CO2 nell'atmosfera, dal contenimento del conferimento indiscriminato dei rifiuti in discarica.Raccolta della plastica

Il riciclo chimico consiste in una serie di processi chimici che decompongono il polimero nei monomeri d'origine attraverso trattamenti termici che determinano la rottura, il cosiddetto cracking, delle catene polimeriche. Tale cracking può essere indotto in diversi modi, il più promettente dei quali sul piano tecnico ed economico è rappresentato dalla pirolisi. La pirolisi provoca la scomposizione delle molecole mediante riscaldamento sotto vuoto, dando origine a una miscela di idrocarburi liquidi e gassosi simili al petrolio. Può avvenire a temperatura bassa (450/550°C) o alta (650/850°C), e il prodotto risultante può essere miscelato al petrolio grezzo e quindi tornare in ciclo. L’alto valore aggiunto dei prodotti di reazione e l’elevato rendimento di trasformazione in energia elettrica delle tecnologie utilizzabili a valle fanno della pirolisi uno dei metodi di riciclo chimico maggiormente studiati e utilizzati.

La termovalorizzazione sfrutta le ottime proprietà combustibili della plastica e la possibilità di bruciare quest’ultima insieme ai rifiuti solidi urbani (RSU) per produrre energia termica o elettrica. I moderni impianti di combustione sono costituiti da cinque parti che consentono la preparazione e l’alimentazione dei rifiuti (plastica e RSU), il loro incenerimento, il recupero del calore, il controllo delle emissioni nell’atmosfera e la stabilizzazione e lo smaltimento dei residui solidi e delle ceneri. Tali impianti possono bruciare da 4 a 30 tonnellate all’ora di rifiuti e produrre per ciascuna tonnellata 450 KiloWatt/ora (KW/h) di energia elettrica e, se utilizzabile, 1000 KW/h di calore a bassa temperatura, garantendo altresì l’abbattimento delle diverse tipologie di sostanze inquinanti e la loro evitata emissione nell’atmosfera.

Citato in