Dossier

Riciclaggio. Materiali, tecnologie e prodotti

Materiali ferrosi

La prima “scatoletta” per la conservazione degli alimenti risale al 1810, quando Nicolas Appert brevetta un metodo di sterilizzazione sottovuoto che prende il suo nome. L’idea innovativa è rappresentata dall’abbinamento tra la robustezza dell’acciaio e le proprietà sterili e non mutevoli dello stagno, fattori che permettono di mantenere inalterati i cibi per lungo tempo, proteggendoli da azioni di danneggiamento meccaniche e organiche. La grande diffusione di questa invenzione, unitamente al crescente impiego di metalli nella realizzazione di imballaggi a uso alimentare e non, rende necessario riuscire a riutilizzare tali materie prime. Imballaggi e contenitori di acciao

Secondo le stime del CONAI, il Consorzio per il Recupero degli imballaggi, il 40% della produzione mondiale di acciaio deriva dal recupero e dal riciclo di materiali ferrosi, per un totale di 350 milioni di tonnellate reimmesse nel ciclo della produzione, con un considerevole risparmio di energia e risorse naturali. La raccolta differenziata degli imballaggi di acciaio diventa quindi fondamentale sia per contenere la produzione di rifiuti di origine ferrosa sia per economicizzare l’impiego di materie prime.

Il processo del riciclo ha inizio dunque con la suddivisione dei diversi rifiuti per tipologie, attività che permette di recuperare contenitori per alimenti, bombolette spray, chiusure metalliche per vasetti di vetro (le cosiddette capsule), tappi a corona, scatole in acciaio utilizzate come confezioni regalo e imballaggi in acciaio di grosse dimensioni come i fusti. Tutti questi materiali ferrosi, a eccezione dei fusti, sono conferiti dal CNA, il Consorzio Nazionale dell’Acciaio, a operatori qualificati del settore, che provvedono a recuperarli e reimmetterli nel ciclo della produzione valorizzandoli con processi di pulitura, riduzione volumetrica, frantumazione e destagnazione (separazione dello stagno). In seguito a questa prima serie di trattamenti, il materiale nobilitato è inviato alle acciaierie e alle fonderie per essere fuso e quindi trasformato nuovamente in acciaio. Gli imballaggi di grosse dimensioni passano invece inizialmente per una strada diversa, in quanto è necessario che siano sottoposti a un processo di rigenerazione che prevede la bonifica da eventuali residui inquinanti e/o pericolosi depositati sulle pareti dai loro contenuti. In seguito a questo primo trattamento anche i fusti sono avviati al processo di fusione.Acciaio in fili

Il corretto funzionamento di questa filiera del recupero, unitamente all’evoluzione delle tecnologie di produzione dei contenitori in acciaio che ha consentito di diminuirne in modo rilevante il peso, riducendo lo spessore delle lamiere utilizzate, ha permesso di ottenere una consistente contrazione dei consumi di materia prima, e dunque minori costi di produzione e maggiore risparmio di energia.

I prodotti: dagli imballaggi in acciaio recuperati attraverso il processo di rifusione si ottengono semilavorati che sono impiegati per realizzare parti in acciaio di veicoli e elettrodomestici, rotaie e travi da applicare in ambito strutturale, nuovi imballaggi a uso alimentare e non, contenitori e vassoi dai più diversi impieghi.

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