Dossier

Non solo vita su Marte: la storia delle illusioni aliene

Le città lunari di Herschel

Come è facile immaginare, anche le successive "scoperte" di artefatti si concentrano sul nostro satellite naturale. E non sono meno ricche di sorprese: almeno due degli autori delle osservazioni incriminate sono infatti apparentemente al di sopra di ogni sospetto di pseudoscienza.

Herschel, sir William: ritratto Cominciamo con Sir William Herschel, lo scopritore di Urano, l’infaticabile osservatore che per primo mappò la Via Lattea a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento. Lo storico Michael Crowe ha recentemente studiato i suoi taccuini giovanili per ricostruire la genesi della sua carriera di astronomo sperimentale. Scoprendo che partì dalla Luna, in un crescendo di entusiasmo osservativo in cui va inquadrata la rincorsa tecnologica verso telescopi riflettori sempre più potenti e raffinati, proseguita fino alla maturità.

La selenografia di Herschel, incredibilmente per uno scienziato del suo calibro, è una sequenza di illusioni e illazioni sconcertanti, ossessionata dalla ricerca di forme di vita extraterrestre e di segnali di mutamento sulla superficie lunare. Dall’iniziale delirante osservazione di alberi altissimi nel Mare Humorum (1776), una vera e propria foresta riprodotta anche in schizzi approssimativi, si arriverà dieci anni dopo ai vulcani attivi in eruzione (1787), in un articolo per le Philosophical Transactions of the Royal Society che apre la lunghissima controversia sui cosiddetti "fenomeni transienti lunari", fenomeni coè di durata temporale relativamente breve.

Il fatto che moltissime di queste osservazioni rimasero non pubblicate fin dopo la sua morte, testimonia del crescente scetticismo di Herschel verso le proprie inferenze e speculazioni creative, ma non attenua affatto l’evidenza dell’influenza della disciplina xenoarcheologica anche presso i più grandi astronomi e gli scienziati più integerrimi. E in questo contesto non possiamo tacere la lunga serie di osservazioni di “città selenite” che punteggia i suoi taccuini: sempre nel 1776 annota di numerosi crateri che chiama “circhi” e considera artefatti circolari in cui si svolge la vita degli abitanti della Luna Non basta: in un impeto di entusiasmo Herschel si ripropone di catalogarli per dirimere la questione della presente attività selenita.

"Se potessimo scoprire una qualunque nuova erezione (di circhi) è evidente che ci sarebbe necessaria una lista esatta di quelle Città che sono già state costruite. Ma un tale programma non è facile da realizzarsi, e richiede lo sforzo osservativo di molti attenti astronomi e dei più importanti strumenti di cui si possa disporre. Comunque questo è quel che comincerò a fare."

Il catalogo è un compito duro, ma Herschel inizia con la migliore buona volontà ed elenca moltissime formazioni interessanti della superficie del satellite sotto le categorie Metropoli, Città, Circhi, successivamente rinominate con cautela Luoghi Grandi, Luoghi Medi e Luoghi Piccoli. Questa fatica di Sisifo non dura poi così poco: ancora nel giugno del 1779 lo scienziato segnala un Taglio o Canale che sembra con tutta evidenza l’effetto di Arte piuttosto che di Natura e in luglio, esplorando creativamente il Mare Crisium, dichiara di aver individuato un "nuovo" circo e di aver scoperto che si tratta di una Città.

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