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Non solo vita su Marte: la storia delle illusioni aliene

Non solo vita su Marte: la storia delle illusioni aliene

Il dibattito attuale sulla vita su Marte richiama alla memoria discussioni secolari sulla presenza della vita intelligente nell'universo. E di epoca in epoca, gli uomini hanno creduto di scorgere, su altri mondi, segni di una civiltà simile alla nostra.

Nel 1832 venne completato il canale di Göta, un sistema di laghi, fiumi e canali lungo 386 km che collega Stoccolma a Göteborg. Nello stesso anno fu realizzato anche il canale Ludwig, lungo 117 km, che mette in comunicazione il Danubio, il Meno e il Reno e fu aperto quello che collega Bruxelles a Charleroi. Il Canale di Suez venne inaugurato nel 1869, nel 1875 venne acquistata la concessione colombiana per i lavori di realizzazione del Canale di Panama. Ancora del 1882 è l'avvio della realizzazione del Canale Navigabile di Taranto, mentre alla fine del secolo Milano è una città percorsa da un intrico di navigli, e si procede con l'interramento progressivo giustificato dal fastidio indotto nella pubblica circolazione.

Nell'Ottocento il mondo era davvero un brulicare di canali (storici, in costruzione, in progetto), sintesi simbolica delle più alte vette dell’ingegno umano.

Schiaparelli, Diari: Marte 1877 prime mappe superficiali Cosa ha a che fare tutto ciò con l'illusione marziana accesa in sordina da Schiaparelli negli stessi anni? Probabilmente molto. Come molto hanno a che fare con l'astronomia e la scienza in generale, l'immaginazione e ancor di più l’immaginario comune, che come è noto dipende fortemente dall'epoca storica in cui si sviluppa.

In alcuni casi, come nel grande miraggio dei canali, questa relazione brilla in tutta evidenza, ma lo stimolo dell'immaginario nella produzione di osservazioni e modelli scientifici è costante nel tempo e assolutamente pervasivo, molto più di quanto generalmente siamo disposti ad ammettere, persi in un'immagine algida e infallibile della Scienza come costruzione massimamente razionale ed obiettiva. Impermeabile alla fantasia.

Il modo migliore per esplorare l'osmosi tra i due termini è quello di non perdersi nel labirinto del caso marziano, ma di alzare lo sguardo in prospettiva storica.

Scopriremo che la caccia all'artefatto alieno è un po’ il simbolo di una scienza che si guarda allo specchio e vede la propria immagine riflessa e distorta dalle fantasie di un'intera epoca, o di più epoche.

Scopriremo anche che negli "errori" o nelle apparenti bizzarrie si può leggere e decodificare l'infinito dialogo tra Scienza e Immaginario, il canale navigabile sotterraneo che non ha mai smesso di collegarli.

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