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Il senso di Smilla per la scienza

Il senso di Smilla per la scienza

Lo scrittore danese Peter Høeg, diventato celebre con Il senso di Smilla per la neve, si distingue per l'interesse per la scienza e la capacità di sfruttarne immagini per spunti narrativi interessanti.

Peter Høeg Vive a Copenhagen con moglie e figli ma senza cellulare, senza auto, senza televisione e senza computer. E nonostante questa lontananza dalla tecnologia, lo scrittore danese Peter Høeg si distingue fra i contemporanei per l'interesse per la scienza e la capacità di sfruttarne le immagini. È vero, negli spunti narrativi di cui ha dato prova finora, i temi scientifici sono trattati con una certa leggerezza, tanto da rischiare di apparire banalizzati. Tuttavia va riconosciuto a Høeg il merito di cercare consapevolmente la sintonia con molte delle descrizioni del mondo proposte dalla scienza di oggi. E ancor di più: non sfrutta solo i risultati della scienza, ma cerca soprattutto di pescare direttamente nell’immaginario intorno alla scienza. Nelle immagini, nelle sensazioni che un teorema o un fenomeno fisico evocano a livello irrazionale; nei sentimenti scatenati dalla conoscenza di un modello scientifico o di una possibilità matematica. Un’operazione meno programmatica ma che certo assomiglia, per gli aspetti a cui abbiamo accennato, al progetto che Italo Calvino aveva riservato alle sue Le cosmicomiche.

Copertina de Il senso di Smilla per la neve

Prima di diventare celebre con Il senso di Smilla per la neve, Høeg è stato dilettante di molti mestieri: ballerino, attore, marinaio, guida.Smilla colpisce per i molti spunti di scienza, in particolare per la linguistica cognitiva: in Inuit, la lingua parlata dagli eschimesi, esistono innumerevoli modi per chiamare la neve, a seconda del suo stato di aggregazione, della consistenza, della freschezza e così via. Il particolare senso di Smilla per la neve è rappresentato proprio dalla conoscenza di molti termini diversi che le permettono di descrivere in modo esatto lo stato del ghiaccio e della neve. Ma, per quanto meno celebrato, probabilmente ancora più significativo è il rapporto della protagonista con la matematica: “Se qualcuno mi chiedesse che cosa mi rende davvero felice, io risponderei: i numeri. La neve, il ghiaccio e i numeri,” dice Smilla.

L’utilizzo della scienza come sorgente di suggestioni narrative era presente fin da un’opera di qualche anno prima, i Racconti notturni, una raccolta di otto racconti che “hanno in comune una data e un motivo. Trattano tutti dell’amore. L’amore e le sue condizioni, la notte del 19 marzo 1929”. Tre degli otto racconti sono giocati attingendo a piene mani a personaggi e a concetti scientifici: una giovane fisica è il cuore gravitazionale di Esperimenti sulla durata dell’amore, un matematico è il protagonista di Viaggio in un cuore di tenebra e, infine, un ingegnere costruttore di specchi astronomici è la voce narrante in Immagine riflessa di un giovane in equilibrio.

In generale sono identificabili alcuni temi ricorrenti che dalla scienza prendono spunto, sia pure con modalità e metafore diverse: l’antitesi ordine-disordine; il rapporto tra conoscitore e conoscibile. Non a caso, data la loro adiacenza a tematiche storiche della filosofia, sono tra le suggestioni scientifiche più comuni nella letteratura contemporanea, che tuttavia Høeg sembra vivere in maniera meno superficiale di altri.

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