Il dialogo tra Arte e scienza nel Rinascimento: un esempio
Raccontare e dipingere la natura, indagarla, comprenderla attraverso rappresentazioni visive, sono attività che hanno accomunato, seppur in maniera diversa, artisti e scienziati di tutti i tempi.
Il XVI secolo si presenta come un secolo di profonde innovazioni, di rinnovamento, di scoperte: si assiste innanzitutto ad una radicalizzazione dell’opposizione nei confronti del sapere tradizionale, come quello aristotelico (che per secoli era rimasto in gran parte inattaccato). Il progresso della conoscenza è ora legato alla ricerca empirica, svolta dagli artisti, dagli artigiani e dagli ingegneri i quali lavorano riuniti in botteghe dove non esiste una rigida divisione delle specializzazioni. Essi creano un sapere empirico, sperimentale, che si oppone a quello prettamente teorico della tradizione e a cui viene riconosciuto pieno valore conoscitivo e culturale.
A questo atteggiamento empirico si accompagna una grande importanza attribuita all’osservazione della natura, sia diretta che indiretta (cioè attraverso strumenti). Il cielo, il corpo umano, gli animali, le piante vengono studiati con grande attenzione e accuratezza. Le scoperte sono innumerevoli: dal corpo umano sezionato minuziosamente da Andrea Vesalio alle approfondite osservazioni di botanica e zoologia. Se poi aggiungiamo la scoperta del Nuovo Mondo, con le sue piante e animali mai visti, ci possiamo rendere conto di quanto grande fosse la portata di queste novità, di quali visioni si aprissero all’occhio umano.
Era pertanto importante, accanto all’osservazione, anche una rappresentazione minuziosa e dettagliata degli oggetti osservati, che potesse costituire da base per un’indagine sistematica e scientifica della realtà naturale. E’ su questo terreno che si muovono, insieme, gli artisti (pittori, incisori) e gli scienziati. La loro collaborazione ebbe, nelle scienze descrittive, un’importanza fondamentale.
Gli artisti creavano, per i testi degli scienziati, delle immagini che non erano semplicemente integrazioni al testo, ma rivestivano un ruolo fondamentale, perché permettevano di rappresentare tutto ciò che veniva osservato anche in assenza di un linguaggio tecnico che potesse dare nomi appropriati. La collaborazione fu estremamente fruttuosa: da una parte infatti la rigorosa descrizione della realtà naturale di queste rappresentazioni è di supporto ad un sapere scientifico ancora privo di termini appropriati, dall’altra, le scoperte della scienza modificano le rappresentazioni degli artisti, rendendole più realistiche e precise.
Come ha rilevato lo storico dell’arte Ernst Gombrich, nel periodo compreso tra il Trecento e il Cinquecento si verifica una radicale trasformazione nelle immagini degli artisti: esse perdono rigidità, "imparano ad adeguarsi con sufficiente scioltezza" ai soggetti che cadono sotto lo sguardo; diventano, cioè, più realistiche, più "naturali". Si tratta quindi di un’interazione proficua, di una modificazione reciproca tra rappresentazioni artistiche e scientifiche.
Le illustrazioni giocano, per esempio, un ruolo fondamentale nei libri di botanica e di zoologia. E’ di questo periodo infatti la nascita degli erbari moderni, libri che contengono rappresentazioni di piante realizzate con la massima accuratezza in tutti i particolari, dalle radici allo stelo, dalle foglie ai fiori. Tra gli erbari più importanti sono da ricordare le
Bibliografia
Paolo Rossi,
Christine Heilmann,
Leonardo e l’età della ragione, a cura di Paolo Rossi e Enrico Bellone, Scientia, Milano, 1982
Domenico Laurenza,
Link
Un’intera sezione del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano è dedicata a Leonardo.