Dossier

Il dialogo tra Arte e scienza nel Rinascimento: un esempio

Vesalio e un nuovo corpo umano

Il primo e forse più importante frutto della collaborazione tra artisti e scienziati è l'opera De humani corporis fabrica del medico fiammingo Andrea Vesalio, pubblicata nel 1543. Si tratta di un'opera di straordinaria importanza, tanto che è stata più volte sottolineata la coincidenza dell'anno di pubblicazione di tale opera con quella del De revolutionibus orbium coelestium di Niccolò Copernico, nel quale il sole, e non più la terra, è posto al centro dell’universo.

Entrambe le opere segnerebbero una “rivoluzione”, l’una nell’anatomia, l’altra nell’astronomia, offrendo all’uomo nuove immagini del suo stesso corpo e dell’universo.

Vesalio, addome di donna Vesalio, chirurgo e lettore di anatomia presso l’Università di Padova, prende le distanze dalla concezione del corpo umano propria della tradizione medica e in particolare dall’opera di Galeno di Pergamo, medico vissuto intorno al II secolo d.C. considerato la massima autorità nel campo dell’anatomia. Grazie alla sua pratica di chirurgo e all’opera di dissezione, Vesalio confuta in oltre duecento punti l’anatomia galenica, offrendo così ai suoi contemporanei l’immagine di un corpo nuovo.

Questa immagine è affidata ai sette libri della Fabrica e in particolare alle bellissime tavole anatomiche in essa contenute. Si tratta di circa trecento illustrazioni, opera dell’incisore-pittore fiammingo Stephan van Calcar, contemporaneo dell’autore e allievo di Tiziano. Queste illustrazioni superano per precisione ogni precedente rappresentazione anatomica e uniscono alla bellezza figurativa una grande importanza scientifica, in quanto vi sono rappresentati con chiarezza tutti i risultati degli studi di Vesalio sull’anatomia umana. Esse segnano un punto di svolta nei metodi di osservazione e rappresentazione del corpo umano.

Vesalio: frontespizio Fabrica La Fabrica si apre con due incisioni: il frontespizio e un ritratto di Vesalio, dei quali è stato sottolineato più volte il valore simbolico. Sin dalla prima illustrazione si comprende la profonda novità dell’opera di Vesalio. In essa assistiamo ad una lezione di dissezione, nella quale il maestro non si trova in cattedra con un trattato di anatomia, come era in uso a quell’epoca, bensì disseziona in prima persona il cadavere, mostrando agli spettatori le varie parti anatomiche. Al centro dell’immagine è steso, in prospettiva, il corpo di un cadavere femminile mentre intorno è sparsa una folla compatta: da una parte sono rappresentati gli anatomisti contemporanei, che si oppongono alle teorie di Galeno, dall’altra i suoi sostenitori, tutti riuniti intorno a Vesalio in una sorta di riconciliazione ideale.

Ritratto di Andreas Vesalius Lo sguardo del medico non è però fisso sul cadavere, ma sul lettore: è a lui che è indirizzata l’opera e il messaggio è ancora più esplicito quando, voltando pagina, ci troviamo di fronte al suo ritratto, che sembra rivolgersi proprio a noi: il maestro invita i suoi futuri discepoli.

Manifesto del nuovo metodo anatomico, la Fabrica si può considerare a tutti gli effetti un testo rivoluzionario, la cui influenza fu decisiva per lo sviluppo del pensiero scientifico. A differenza di quella copernicana, la rivoluzione operata da Vesalio penetrò senza grossi ostacoli nella pratica e nella teoria medica, trasformandole profondamente. Le stesse rappresentazioni del corpo umano non tardarono a diffondersi, soprattutto grazie alla neonata stampa. Con la Fabrica si apre quindi l’era dell’illustrazione anatomica moderna.

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