Dossier

A Torino la misura è di casa

Gli uomini che hanno fatto la storia dell'I.N.RI.M.

Come s’è detto, la costituzione dell’I.N.RI.M è relativamente recente (1° gennaio 2006), ma i due istituti da cui ha tratto origine hanno una storia pluridecennale, di cui sono stati protagonisti scienziati illustri e di fama internazionale.

Galileo Ferraris L’Istituto Elettrotecnico Nazionale «Galileo Ferraris» (IEN) fu fondato nel 1934 nel solco della solida tradizione torinese nel campo delle discipline elettriche che ebbe tra i suoi cultori più autorevoli lo scienziato piemontese al quale l’istituto è intitolato. Fu lo stesso Ferraris (1847-1897) a proporre, nel 1882, di costruire a Torino, presso il Regio Museo Industriale (il futuro Politecnico) un Laboratorio Nazionale di Fotometria, che sarebbe stato realizzato però solo 50 anni dopo, con il nome appunto di Istituto Elettrotecnico Nazionale. Thomas Alva Edison, che aveva ospitato Ferraris in America, lo definì «il più grande tra i grandi che al mondo hanno rivelato la bellezza della scienza elettrica». Dalla sua invenzione del 1885 (motore a induzione magnetica, alimentato da correnti alternate) discendono, d’altronde, tutti i motori elettrici a induzione che ancora oggi utilizziamo.

Gustavo Colonnetti (1886-1968) L’Istituto di Metrologia «Gustavo Colonnetti» (IMGC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) deve le proprie origini al professor Gustavo Colonnetti (1886-1968), presidente del CNR dal 1944 al 1956. Sotto la su direzione il CNR divenne organo dello Stato, dipendente dalla presidenza del Consiglio dei ministri (seppure dotato di personalità giuridica e gestione autonoma), con l’obiettivo di incoraggiare la formazione di centri di ricerca presso le diverse sedi universitarie, in modo da favorire la diffusione delle conoscenze scientifiche in tutto il territorio nazionale e raggiungere al più presto la ricostruzione postbellica del Paese.

Colonnetti si prodigò con molta energia perché l’Italia si dotasse di un Istituto Metrologico Nazionale, sull’esempio dei grandi Istituti stranieri (Usa, Uk, Germania). Le tappe furono lunghe e faticose: si passò prima attraverso la costituzione dell’Istituto Dinamometrico Italiano (IDI, diretto dallo stesso Colonnetti fino al 1956) e dell’Istituto Termometrico Italiano ITI (diretto da C. Codegone fino al 1961), mentre il primitivo progetto di un Istituto Nazionale di Metrologia giunse a parziale compimento solo nel 1968, con la costituzione dell’IMGC.

Anthos Bray A dirigerlo, fino al 1990, fu Anthos Bray (1924-2006), ricercatore all’Istituto dei motori di Napoli, chiamato a Torino dallo stesso Colonnetti. Sotto la sua direzione l’IMGC venne presto accolto nella cerchia degli istituti metrologici più affermati a livello mondiale.

Eletto membro di prestigiose organizzazioni scientifiche internazionali, Bray vi rappresentò a lungo l’Italia, in particolare nella “capitale mondiale” della metrologia, il Bureau International des Poids et Mesures di Sèvres. Socio fondatore dell’Associazione Italiana per l’Analisi delle Sollecitazioni (AIAS), ne fu eletto presidente e membro onorario per i suoi importanti contributi. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti, gradì in modo particolare la Murray Lecture, con cui nel 1980 la Society for Experimental Stress Analysis volle onorarlo (primo italiano). Come ricorda l’allievo e collaboratore Raffaello Levi, «Bray impiegò con successo la posizione rivestita in ambito metrologico per sviluppare una sempre più ampia collaborazione internazionale. Favorì così la formazione di reti di istituti e laboratori primari collegati da rapporti di efficace collaborazione nell’interesse generale, superando barriere di tipo politico e burocratico». Accanto all’intensa attività di ricerca di base e applicata, il professore propugnò ripetutamente, in diverse sedi, «l’importanza di un adeguato supporto metrologico per il miglioramento della qualità nell’industria, dove troppo spesso l’attività di misura veniva relegata al rango di Cenerentola». Il suo obiettivo era «spiegare come disseminazione dei campioni, accreditamento dei laboratori, e servizi di taratura e ricerca applicata rappresentino un servizio di primaria importanza alle imprese».

Grazie all’impegno di Ferraris, Colonnetti e Bray e al lavoro dei ricercatori che hanno collaborato ai loro progetti, la metrologia italiana (e torinese in particolare) è oggi a livelli di eccellenza mondiale.

Per ulteriori approfondimenti:

- «1887-1897. Galileo Ferraris amministratore comunale» a cura di Marco Mezzalama, Rosanna Roccia e Pietro Uscello (ed. Archivio storico dlela Città di Torino, 1997, pp. 129)

- «La ricostruzione domestica. Gustavo Colonnetti tra cultura politecnica e industrializzazione (1943-1957)» di Pier Paolo Peruccio (ed. Celid, 2005, pp. 134, 15 euro)

- «Anthos Bray, una vita per la ricerca. Antologia di lavori scientifici» a cura di allievi e collaboratori (ed. Politecnico di Torino e Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, 2007, pp. 395)

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