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Nella caldaia, granella di mais

L’impianto che brucia granella di mais ha prestazioni equivalenti a quelle del gasolio e può essere un buon sistema per utilizzare il cereale quando non ha le caratteristiche adatte per l’uso alimentare o zootecnico.

I cereali hanno necessità, dopo la fase di raccolta, di essere essiccati per consentirne la conservazione. Le aziende cerealicole hanno dunque forti esigenze in termini energetici per sopperire a questa fase del processo produttivo. Le fonti rinnovabili di origine vegetale possono giocare un ruolo importante nella produzione di energia aziendale.

La granella di mais ha alcune caratteristiche positive al riguardo: ha una composizione standard (i semi della stessa cultivar sono pressoché identici tra loro), le rese della coltura sono elevate (nei terreni vocati), non presenta problemi di stoccaggio (è sufficiente che la granella abbia umidità del 13%, tenore a cui viene convenzionalmente commercializzata), ha potere calorifico elevato, è facilmente reperibile sul mercato dei cereali, non comporta investimenti particolari perché sfrutta la tecnica colturale e le macchine utilizzate per la coltura convenzionale. In più, il suo utilizzo come combustibile può servire per riciclare, senza doverla smaltire adeguatamente, la granella colpita da micotossine e perciò inadatta all’uso alimentare o mangimistico.

Combustore polivalente gasolio e mais Un progetto di ricerca della Regione Piemonte, finanziato dal Programma nazionale biocombustibili Probio, ha avuto come obiettivo la messa a punto e la verifica della tecnologia di combustione del mais. Lo studio è tuttora in corso presso il DEIAFA – Dipartimento di Economia e Ingegneria Agraria, Forestale ed Ambientale - dell’Università di Torino, ed ha portato sinora alla realizzazione di un combustore a fiamma diretta studiato per l’essiccazione del riso. L’impianto di combustione oggetto della ricerca è composto da un serbatoio per lo stoccaggio e l’alimentazione della granella, un mulino a martelli per la macinazione della granella, un ventilatore centrifugo, condotti per il convogliamento pneumatico del prodotto macinato, un combustore a doppia parete, un bruciatore a gasolio. Il combustore, una volta avviato in fase iniziale con il gasolio per raggiungere in fretta la temperatura di autocombustione del mais, funziona con la granella di mais macinata, secondo un processo che si autoalimenta ( la miscela aria-mais brucia in un “letto fluido”), senza ulteriore consumo di gasolio.

La ricerca ha permesso sinora di raggiungere importanti risultati. Si è definito innanzi tutto il potere calorifico del mais, che è risultato pari a 15,88 MJ/kg (con umidità del macinato all’11%), che significa che 2,22 kg di mais sono energeticamente equivalenti a 1 litro di gasolio. Le prestazioni dell’impianto a mais sono equivalenti, in termini di essiccazione, a quelle dell’impianto a gasolio, ma con generazione di emissioni che rientrano nei limiti di legge. Relativamente ad un discorso di pianificazione aziendale, è risultato che occorre investire a mais il 3-4% della superficie destinata a riso per sopperire al fabbisogno energetico necessario all’essiccazione del riso prodotto nell’unità medesima. L’ uso del mais come combustibile consente inoltre risparmi economici aziendali consistenti: circa il 45% di spesa in meno rispetto al gasolio se l’azienda utilizza mais di prima qualità anche il 65% se la granella utilizzata è di scarto o no food. La tecnologia collaudata presso il DEIAFA ha perciò dimostrato la propria validità nel contribuire a diminuire l’uso di combustibili fossili, con benefici per l’ambiente, in termini di minori emissioni dannose, e risparmi per i coltivatori, che possono autoprodurre il combustibile da fonte rinnovabile.

Per approfondimenti: http://www.deiafa.unito.it/detrec.asp?idattric=276

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