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Lo stato dell’arte dell’Haccp in Piemonte

L’Italia ha recepito la normativa europea in materia di Haccp con un decreto che compie dieci anni. Come si presenta il Piemonte quanto ad applicazione del sistema? La situazione odierna, i risultati acquisiti, le difficoltà da superare, i prossimi traguardi.

L’entrata in vigore del cosiddetto “pacchetto igiene”, l’insieme dei recenti regolamenti comunitari in materia di legislazione alimentare, ha riproposto l’importanza dell’adozione del sistema Haccp da parte degli operatori del settore, di coloro i quali cioè producono, trasformano e distribuiscono alimenti. Secondo la legge, ricade interamente su questi soggetti la responsabilità principale della sicurezza dei prodotti che escono dalle loro aziende. Come stanno le cose a dieci anni dall’ obbligo per gli operatori di utilizzare un sistema di autocontrollo?

Nell’area piemontese è stato rilevato come l’adozione del sistema Haccp abbia trovato minori difficoltà nelle aziende che già avevano ottenuto un riconoscimento comunitario, come il bollo CEE, o in quelle già soggette a specifiche richieste del mercato, come la grande distribuzione, quanto a requisiti igienico sanitari dei prodotti. Maggiori difficoltà si sono invece riscontrate in molte aziende di dimensioni medio piccole, meno preparate e meno formate ad operare secondo procedure in grado di fornire garanzie dal punto di vista della sicurezza alimentare.

Attività alimentari Così l’obbligo di applicare il sistema Haccp è stato vissuto inizialmente come ulteriore adempimento burocratico, mentre poco per volta è maturata la coscienza, soprattutto tra gli imprenditori più giovani, di produrre con responsabilità nel migliore modo possibile. In questa evoluzione ha avuto sicuramente peso il contributo dato dai controlli ufficiali presso le aziende: al di là dei compiti di verifica periodica, spesso sono serviti per indirizzare gli operatori a migliorare la gestione del processo produttivo, con l’obiettivo di “fare bene quello che è da fare”. A conferma dell’importanza che viene assegnata con continuità nella Regione all’attività dei controlli ufficiali, espletati da veterinari, medici igienisti e tecnici della prevenzione delle aziende sanitarie locali, è da sottolineare che il Piemonte è stato il capofila a livello nazionale nella stesura delle recenti “Linee guida per il controllo ufficiale”, un documento programmatico finalizzato a migliorarne l’efficienza e per uniformarne le modalità di esecuzione e valutazione tra le Regioni.

Se è vero che le corrette procedure di routine e i controlli ufficiali contribuiscono ad aumentare le garanzie, si devono anche avere gli strumenti per fronteggiare gli imprevisti. Si è visto come nell’Haccp abbia massima rilevanza l’individuazione e il monitoraggio dei punti critici per mantenere i processi produttivi in sicurezza. Quando qualcosa sfugge a questa prassi e si possono verificare dei rischi diretti o indiretti per la salute, in particolare di tipo microbiologico e chimico, scatta il Sistema di Allerta Rapido. Il sistema funziona a livello comunitario e nazionale e, localmente, a livello regionale.

In Piemonte, per il 2005 ( i dati relativi al 2006 sono in fase di ultimazione) sono state fatte 135 notifiche di allerta rapido e 117 segnalazioni di irregolarità analitiche, evidenziate da esami di laboratorio. Nell’ambito dei 135 allerta rapidi 16 hanno avuto origine in Piemonte, mentre i restanti sono stati notificati nella regione, ma hanno avuto origine altrove. I sedici allerta rapidi sono stati ovviamente immediatamente segnalati nelle altre regioni e, in alcuni casi, anche in nazioni estere. Delle 135 notifiche di allerta circa la metà hanno riguardato i prodotti di origine animale, con prevalenza di problemi legati ai prodotti a base di pesce e al latte e derivati, mentre le indagini analitiche hanno evidenziato una prevalenza di problematiche legate alle contaminazioni microbiologiche e alla presenza di sostanza chimiche.

Complessivamente è possibile affermare che il Piemonte si situa, nel panorama italiano, tra le regioni più sensibili e rigorose nell’applicazione degli standard di sicurezza alimentare e nell’adozione dei sistemi di autocontrollo, così come è anche emerso in seguito alle recenti verifiche ispettive effettuate dagli organismi di controllo comunitari. Risultato questo che si può ricondurre all’attenzione che da decenni caratterizza l’operato della sanità nel perseguire la sicurezza alimentare e alla innata propensione degli operatori del settore a lavorare secondo canoni di buone prassi igieniche.

Per approfondimenti su sistema allerta rapido

http://ec.europa.eu/food/food/rapidalert/index_en.htm

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