Recensioni

Le macchine invisibili

Dal forno a microonde al lettore di dvd, dall'aspirapolvere alla lavatrice, decine di macchine fanno della nostra casa una "tana accogliente". Dietro ci sono secoli di scienza, raccontati in modo mirabile da Piero Bianucci, tra i più stimati divulgatori scientifici italiani.

Una sfera di cristallo che finalmente vi permetterà di rispondere alle domande in apparenza assurde e banali dei vostri nipotini: perché la torta della nonna è tanto buona e profumata? Perché il sapone porta via dai pantaloni il grasso della bicicletta? Perché la lampadina si accende? E perché si brucia? L’oggetto delle vostre brame si intitola «Le macchine invisibili» (ed. Longanesi, Milano, pp. 301, 18.6 euro) e vi farà fare un figurone pure con parenti, amici e colleghi, quando svelerete loro che «strani fantasmi si aggirano nella nostra casa. Molti sono premi Nobel, altri inventori oscuri. A loro dobbiamo le mille macchine che ci fanno comoda la vita: il laser che legge i cd, il microonde che scalda il pranzo, la zip degli abiti, la rete Internet». Nel libro di Piero Bianucci, tra i più stimati divulgatori scientifici italiani, è riassunta in modo mirabile la storia delle invenzioni scientifiche e tecnologiche che affollano le nostre case; il loro funzionamento è descritto con quel tanto di pettegolezzo e umorismo che renderà i vostri racconti ammalianti quanto quelli di una chiaroveggente.

cucina Il volume, sottotitolato «Scienza e tecnica in tre camere e cucina», è impostato come una “guida turistica” della casa: parte da fornelli e sala da pranzo, transita per il bagno, il salotto, lo studio e approda in camera da letto, illustrando i meccanismi degli oggetti più caratteristici, curiosità e aneddoti storici, probabili sviluppi futuri. Scopriamo così di avere «in casa cinquanta schiavi al nostro servizio, giorno e notte, festività incluse. Sono docili, silenziosi, hanno una salute di ferro. Il costo di mantenimento è minimo: pochi centesimi di euro al giorno ciascuno. Grazie a loro anche il più modesto dei signori Rossi vive in un ambiente da nababbo (...). La cosa più straordinaria è che (...) sono invisibili. Stanno nascosti nelle prese di elettricità sparse in cucina, in bagno, nel salotto, nella camera da letto. Pronti ad agire al primo cenno della mano. Basta ruotare un interruttore o premere un pulsante e lavano, scaldano, rinfrescano, illuminano, puliscono, fanno musica, portano notizie. Neppure un imperatore romano poteva permettersi tanto».

Ma quante sono le macchine che rendono più comoda la nostra vita? Dal telefonino all’asciugacapelli, la lista è lunghissima, eppure quasi non ci accorgiamo di usarle e ci ricordiamo di averle solo quando si guastano o il nostro nipotino ci fa, appunto, qualche domanda al riguardo. Bianucci si muove con disinvoltura tra le vicende di Galileo Ferraris, inventore del motore elettrico a corrente alternata («senza il quale il mondo moderno non esisterebbe»), come tra la fisica delle particelle elementari. Sfata molte leggende metropolitane, tra cui quelle sui forni a microonde: «Secondo una delle più tenaci», scrive, «le microonde renderebbero il cibo radioattivo, il che è per motivi fisici del tutto assurdo. Secondo un’altra superstizione pseudoscientifica, le microonde potrebbero generare molecole cancerogene nelle sostanze alimentari. Al contrario, poiché la temperatura nel forno a microonde si mantiene sotto i cento gradi, le proprietà nutritive dei cibi rimangono intatte e non possono neppure formarsi quei composti, a volte davvero potenzialmente cancerogeni, che si accompagnano alle fritture e alla cottura alla brace in seguito a processi di carbonizzazione e caramellificazione».

mais pannocchia Altrettanto netta la posizione a favore degli organismi geneticamente modificati (Ogm), a proposito dei quali Bianucci ricorda alcune nozioni elementari di biologia: «Primo. Viviamo in mezzo alle biotecnologie. Il vino, la birra, il pane, lo yogurt, l’aceto, i formaggi sono biotecnologie: si tratta infatti di trasformazioni di alimenti ottenute con l’introduzione più o meno forzata di microorganismi chiamati lieviti, muffe, batteri. (...) Ciò che è cambiato tra la metà dell’Ottocento – quando padre Mendel studiava gli incroci tra varietà di piselli – e la metà del Novecento – quando Watson e Crick intuirono la forma a doppia elica del Dna – è la nostra conoscenza dei modi in cui si può realizzare una biotecnologia. (...) Nel settore agricolo un Ogm in senso moderno è un organismo che, anziché subire modificazioni a caso (le mutazioni in natura avvengono continuamene a migliaia) o per un incrocio tra varietà affini o per un bombardamento di raggi gamma, è stato modificato in modo mirato, ponendo in esso esattamente quel gene che gli conferisce la proprietà desiderata: un gusto migliore, una maggior produzione, la capacità di difendersi da malattie e insetti, la resistenza a un clima più arido e così via». E nessuno, dopo anni di sperimentazione, ha finora dimostrato alcun effetto negativo degli Ogm sulla salute.

Ampio spazio è riservato al frigorifero, autentica «rivoluzione sanitaria»: «Nel 1900 i morti per infezioni gastrointestinali erano 125 ogni 100 mila abitanti all’anno, nel 1950 erano meno di 10, oggi sono in pratica zero». Rimanendo in cucina, apprendiamo che la lavastoviglie è stata inventata da Josephine Garin Cochrane, «una ricca signora americana. Non lavava i piatti, il suo obiettivo era evitare che i domestici, lavandoli, glieli rompessero. Si sa», commenta divertito l’autore, «spesso la miccia delle rivoluzioni l’accendono le classi privilegiate, anche se poi l’incendio lo alimentano le classi povere».

Acqua: gocce preziose Passando al bagno, si scoprono tutti i segreti e le virtù dell’acqua (ne esistono ben 18 tipi), si comprende il meccanismo che permette ai detersivi di portare via lo sporco dai tessuti, si apprende la storia di specchi, cosmetici, deodoranti, rasoi, profumi e «altre frivolezze». Il salotto è, invece, «il regno della multimedialità», un «affollato crocevia del mondo. Il decoder satellitare e quello per la tv digitale terrestre portano in casa centinaia di canali con facce e notizie di ogni continente. Il sintonizzatore radio aggiunge altre voci e suoni multietnici. Il lettore dvd o un computer collegato a una fibra ottica portano in casa il cinema. Il lettore di cd e l’impianto hi-fi trasformano il salotto in un teatro lirico, una discoteca o una sala da concerto». Impariamo, tra l’altro, che «il cd è spesso 1.2 millimetri e ha un diametro di 12 centimetri. Nel primo progetto era un po’ più piccolo: 11.5 centimetri. Gli ideatori lo ingrandirono quando si accorsero che non ci sarebbe stata per intero la “Nona sinfonia” di Beethoven».

E se la più «importante conquista tecnologica della seconda metà del Novecento è il transistor» («un pezzetto di silicio che, sostituendo le valvole, ha aperto la strada alla miniaturizzazione e alla mobilità degli apparati elettronici»), la storia più curiosa è senz’altro quella del telecomando, lanciato in America nel 1950 con il nome di «lazy bones» («ossa pigre»): «Un aggeggio primitivo, collegato al televisore con un cavo che sembrava un guinzaglio, e la sua funzione principale consisteva nel togliere l’audio durante gli spot pubblicitari». Nato per gente dalle «ossa pigre», scrive Bianucci, «oggi il telecomando non merita più censure moralistiche. Centinaia di canali, una valanga di pubblicità e programmi sempre più insopportabili esigono continui tentativi alla ricerca di qualcosa che valga la pena di essere guardato. Non è pensabile alzarsi dalla poltrona ogni trenta secondi, anche se c’è chi ha calcolato che l’uso del telecomando fa accumulare mezzo chilogrammo di grasso all’anno».

Passando allo studio, «regno delle telecomunicazioni», apprendiamo che «il “villaggio globale” incomincia con Morse e le sue arcaiche combinazioni di lettere e punti, oggi ridotte al rango di geroglifici. Il tamburellare della penna sul nastro telegrafico mise allo scoperto i nervi del mondo, nel bene, e nel male. Da allora, qualsiasi evento, dovunque si verificasse, è stato in grado di scatenare immediate reazioni a migliaia di chilometri di distanza: attentati, crolli in Borsa, sollevazioni di piazza, ma anche operazioni di soccorso». E, ancora, impariamo che la storia dell’informatica ha radici piemontesi, risalenti all’Ottocento, e che «l’archetipo del personal computer è italiano»: lo concepì Pier Giorgio Perotto, ingegnere della Olivetti a Ivrea.

orologio Infine, in camera da letto, ripercorriamo la storia degli orologi e veniamo a conoscenza del progressivo scarto tra «tempo universale astronomico» (determinato in base alla rotazione della Terra rispetto alle stelle) e il «tempo atomico» (misurato in base alle oscillazioni degli elettroni esterni dell’atomo di Cesio, che si comporta come un minuscolo pendolo), per cui «con il passare di milioni e milioni di anni, i due tempi divergerebbero tanto da arrivare al paradosso che per un orologio atomico sarebbe già notte mentre in realtà in cielo splende ancora il sole di mezzogiorno. Meglio la precisione o la ragionevolezza?», domanda l’autore.

Parimenti curiosa la storia di velcro, lacci, spille, bottoni, cerniere lampo, collant e reggiseni. Per questi ultimi la descrizione tocca punte esilaranti: «La concezione del reggiseno del nuovo millennio ricorda quella dei ponti sospesi, le spalline sono tiranti disposti tenendo conto della forza di gravità e di ogni sollecitazione meccanica. Ferretti e piccole imbottiture trovano sistemazione in punti strategici. Entrano in gioco rigonfiamenti ad aria, olio e silicone, ma anche tessuti luminescenti, sensori, microchip. Il reggiseno Gossard, modello “Ultrabra”, progettato nel 2001 (...) con la consulenza di un ingegnere, era costituito da 46 pezzi tenuti insieme da diverse tecniche di cucitura». Cenni ugualmente divertenti riguardano i cosiddetti «tessuti intelligenti»: «Esistono già pigiami massaggiatori per conciliare il sonno, (...) jeans che prevengono i crampi titillando i muscoli delle gambe, (...) stoffe antistress (...) che accarezzano la pelle» e il vestito spray, da «spruzzare direttamente sulla pelle (...). Il liquido nebulizzato si solidifica subito e l’abito fascia perfettamente l’epidermide, con effetto maglietta bagnata. Non tutti potranno permetterselo...».

Il viaggio tra le macchine invisibili delle nostre case inizia partendo dall’energia (i cinquanta schiavi invisibili) e termina con una breve riflessione sulle fonti energetiche a cui potremo attingere nell’immediato futuro, da quelle fossili a quelle rinnovabili. Due le conclusioni positive: l’energia solare è praticamente infinita (occorre “solo” imparare a sfruttarla meglio), la conoscenza è l’unico bene che può crescere all’infinito. E qui il cerchio o, meglio, la sfera si chiude: chi possiede la conoscenza e la condivide può predire e governare il futuro. Non per magia, ma in base a scienza e coscienza.

In copertina


Piero Bianucci
Longanesi
2009
310
978-88-304-2648-1

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