La cellulosa è un polisaccaride, un composto formato cioè dall’unione di un gran numero di monosaccaridi. Nel caso specifico sono le molecole di glucosio a legarsi a due a due per formare delle lunghissime catene.
Rappresenta il principale costituente delle parete cellulari delle cellule vegetali, in cui ha funzioni prevalenti di sostegno, e quindi è molto diffusa su tutto il globo terreste. La cellulosa è resistente nei confronti degli acidi e delle basi diluite, anche se subisce delle modificazioni che ne alterano le caratteristiche originarie.
Viene sfruttata economicamente nelle piantagioni destinate all’estrazione delle fibre tessili e della materia prima per la fabbricazione della carta.
Gli animali non hanno, nel loro apparato gastrointestinale, sostanze in grado di demolire la cellulosa. Per questo motivo non viene digerita e passa inalterata nell’apparato digerente.
Alcune muffe e batteri invece possiedono un gruppo di enzimi specifici, cellulasi, in grado di operare la lisi di questa sostanza. Appartengono agli ordini degli Schizomiceti, Attinomiceti ed Eumiceti per i funghi e ai Mixobatteri. Svolgono la loro attività, a seconda delle specie, in presenza o in assenza di aria.
Il processo di degradazione della cellulosa, detto cellulosolisi, porta, attraverso passaggi biochimici diversi, a due prodotti finali, l’acqua e l’anidride carbonica. Il ruolo di questi microrganismi è perciò fondamentale nel complesso ciclo della materia.
Sempre nelle pareti cellulari si trovano anche le emicellulose che, oltre a funzioni meccaniche, hanno anche quelle di riserva. Sono anch’esse composte da molecole zuccherine e dalla loro scissione, invece del glucosio, si ottengono molecole più complesse ( pentosani ed esosani).
Si trovano nella parete secondaria delle cellule, in cui formano degli ispessimenti. Queste cellulose di riserva sono abbondanti nel legno e nei semi.
Nel caso dei semi di certe palme la consistenza che conferiscono è tale da permetterne la lavorazione per fabbricare bottoni.