Dossier

Il magazzino della memoria

Il magazzino della memoria

Nuove interessanti scoperte arrivano grazie agli studi dell'Istituto Nazionale di Neuroscienze (Inn) di Torino.

Neurone sensoriale olfattivo 1Il rumore stridulo di una frenata sull'asfalto e, immediatamente, il cuore sobbalza prefigurandosi uno scontro tra automobili o l'investimento di un pedone. Chi non ha mai provato ansia o paura a quel suono sinistro? Un singolo stimolo sensoriale, come appunto un boato proveniente dalla strada o un profumo dolciastro o una certa luce radente, è in grado di richiamare il ricordo di un'esperienza che, in un passato anche remoto, ci ha coinvolto emotivamente.

Da tempo, peraltro, gli scienziati sanno che i ricordi associati alle esperienze emotive sono più forti di quelli "emotivamente neutri", ma nessuno finora era in grado di identificare le aree del cervello deputate a immagazzinare nel lungo periodo tali informazioni. Recentemente c'è riuscito finalmente un gruppo di ricercatori dell'Istituto Nazionale di Neuroscienze (Inn) di Torino, coordinato da Tiziana Sacco e Benedetto Sacchetti.

Lo studio, pubblicato nell’agosto 2010 sulla prestigiosa rivista internazionale «Science», è stato condotto per ora sui topi. In una prima fase i ricercatori hanno sottoposto le cavie a «condizionamento alla paura», facendo sentire loro un suono "neutro" (dunque di per sé né gradevole né fastidioso), seguito subito da una leggera stimolazione dolorosa. Dopo varie ripetizioni, al solo udito di quel suono, i ratti si immobilizzavano per il terrore.

A un mese dal condizionamento, gli studiosi hanno proseguito l'esperimento danneggiando l'area del cervello corrispondente alla corteccia uditiva secondaria, scoprendo così che i roditori non erano più spaventati dallo stimolo acustico, come se non ricordassero più la paura associata. Lo stesso accadeva se lo stimolo era olfattivo o visivo.

Suggerimenti