Ogm, nanotecnologie, brevetti sulla vita: chi decide della scienza quando la scienza riguarda tutti? Questo tema, promosso dalla Fondazione diritti genetici, prende le mosse da 'Science and Democracy Forum 2012', il dibattito on line sul rapporto scienza-democrazia che coinvolge ricercatori, giuristi, filosofi, economisti. Da Gustavo Zagrebelsky a Giuseppe De Rita, da Giorgio Ruffolo a Nadia Urbinati, da Bartolomeo Sorge a Valerio Onida, da Franco Cardini a Emanuele Severino, tanti rappresentanti del mondo della ricerca, del pensiero etico-filosofico, del diritto, dell'economia, hanno già risposto all'invito di Mario Capanna, presidente della Fondazione, inviando il proprio contributo.
Ora anche il pubblico potrà partecipare, commentando gli interventi già pubblicati oppure inviando un proprio contributo su uno dei temi emersi dal dibattito. La Fondazione - organismo di ricerca, formazione e comunicazione sulle biotecnologie - ha l'obiettivo di diffondere una cultura interdisciplinare della scienza, consapevole del ruolo sociale della ricerca e della necessità di creare modelli condivisi di innovazione. L'alternativa sulla quale i partecipanti al dibattito sono stati invitati a riflettere è un modello di ricerca 'partecipata', che coinvolga i cittadini nei processi decisionali della scienza.
"La ricerca scientifica partecipata", spiega Capanna, "provoca il coinvolgimento diretto dei cittadini raccolti attorno a interessi comuni e collettivi - nonché delle istituzioni democratiche - su ciò che è bene e utile (per le società e per le comunità umane) ricercare, sui processi stessi della ricerca e, in particolare, sulle sue finalità, i suoi scopi, la sua interpretazione e applicazione pratica".
Il rapporto tra scienza e democrazia è una questione molto dibattuta a livello nazionale e internazionale, ma raramente i format di discussione mettono a confronto diverse categorie intellettuali l’una con l’altra e con il grande pubblico: restano circoscritti agli “esperti”, peccando di autoreferenzialità, oppure vedono la partecipazione del pubblico generico, ma in modo discontinuo, frammentario, non organizzato.
In entrambi i casi risultano inadeguati rispetto all’obiettivo di promuovere, codificare, realizzare la partecipazione attiva della società ai processi decisionali legati all’innovazione scientifica e tecnologica, sia nelle finalità che negli strumenti.
Per rispondere a tale obiettivo la Fondazione Diritti Genetici propone un format di dibattito strutturato che possa coniugare il punto di vista degli esperti con quello del grande pubblico e favorire l’interazione attiva tra i due.
Autorevoli rappresentanti del mondo della ricerca scientifica, del pensiero etico-filosofico, del diritto, dell’economia, hanno già risposto all’invito a partecipare al dibattito inviando un proprio commento al testo di Mario Capanna “Scientismo, scienza, democrazia”.
Ogni lunedì vengono pubblicati tutti gli interventi annunciati di volta in volta.