Dossier

Sogno o son desto? Approccio scientifico alla macchina dei sogni

Emozioni e bizzarrie dei sogni derivano dal profondo del cervello

In un primo studio, recentemente pubblicato su Human Brain Mapping (DOI: 10.1002/hbm.21120), abbiamo utilizzato immagini di risonanza magnetica a elevata risoluzione che permettono di stimare parametri ultrastrutturali del cervello, come il volume e i livelli di integrità/rarefazione tessutale delle strutture sottocorticali.

Amigdala e ippocampoIn tal senso, abbiamo focalizzato lo studio su due specifiche strutture del sistema limbico, l’amigdala e l’ippocampo per le loro implicazioni nella regolazione delle emozioni e nella formazione delle memorie, rispettivamente.

L’idea forte di fondo era che queste due strutture cerebrali svolgano durante il sonno funzioni simili a quelle che svolgono durante la veglia. In tal modo, il ruolo di queste strutture nell’attività mentale di un individuo sveglio dovrebbe coincidere con quello giocato nella produzione della specifica attività mentale del sonno, cioè il sogno.

Con questa logica, abbiamo misurato i parametri ultrastrutturali di amigdala e ippocampo di 34 soggetti normali, tra 20 e 70 anni, e nello stesso periodo abbiamo chiesto loro di registrare per due settimane consecutive i loro sogni. I resoconti dei sogni sono stati poi analizzati con tecniche standard, per quanto riguarda le caratteristiche di vividezza, bizzarria, intensità emozionale. Queste caratteristiche dei sogni sono state successivamente poste in relazione a volume e a livello di integrità dei neuroni all’interno dei due nuclei profondi del cervello.

Tra i risultati principali, è emerso che il 58% delle bizzarrie dei sogni era spiegato dalle caratteristiche microstrutturali dell’amigdala e, in misura minore, dell’ippocampo. Allo stesso modo, il 49% dell’intensità delle emozioni dei sogni era spiegato dalla struttura dell’amigdala. Molto interessante, è stata anche la dissociazione tra questi aspetti qualitativi dei resoconti onirici e gli aspetti quantitativi (numero di sogni ricordato e lunghezza dei sogni stessi) che, al contrario, non presentavano apprezzabili relazioni con le due strutture sottocorticali.

In sostanza, abbiamo fornito la prima, seppur preliminare osservazione di un rapporto tra una parte ben precisa del sistema nervoso e alcune basilari dimensioni qualitative dei sogni. E’ evidente per quanto detto, che la ricerca futura dovrà evidenziare le strutture corticali e sottocorticali coinvolte negli aspetti quantitativi del sogno, cioè incidenza relativa e lunghezza dei resoconti di sogno.

 

                                        Prof. Luigi De Gennaro - Dipartimento di Psicologia - Università La Sapienza di Roma

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