Prendere per il naso i visitatori e vederli uscire soddisfatti. La singolare impresa riesce agli organizzatori di «Né pou sentir» («Nati per sentire»), mostra in corso fino al 3 maggio al Palais de la découverte di Parigi: quasi cento odori disseminati su un percorso ludico e didattico di grande efficacia.
Il naso ha una sensibilità straordinaria: avverte una sostanza presente nell’aria anche in quantità minime, fino a un millesimo di milligrammo. L’olfatto è il più misterioso e ancestrale dei nostri sensi, collegato al sistema limbico del cervello. «È anche il senso più raffinato e complesso», spiega André Holley, docente di Neurobiologia all’Università di Lione e tra i consulenti scientifici della mostra. «Nel Dna umano ci sono ben 347 geni per l’olfatto e soltanto quattro per la vista». Purtroppo il 72% di tali geni è ormai inattivo: ciò spiega perché l’uomo, mediamente, riconosce solo un migliaio dei circa 17.000 odori esistenti in natura. Una realtà esperienziale ulteriormente impoverita dalla tendenza moderna a coprire e dissimulare gli effluvi sgradevoli: «Siamo la civiltà del deodorante», ammette amaramente Holley, che ha scritto l’«Eloge de l’odorat» (ed. Odile Jacob). In realtà, spiega l’esperto, tutti gli odori contengono informazioni preziose e rappresentano una guida sicura nella vita: ci aiutano, ad esempio, a captare il pericolo (la puzza di fumo in caso in incendio o l’odore rancido di un cibo avariato), ma anche a scegliere il partner, anzitutto attraverso i ferormoni. «Innamorarsi di una persona o di un odore non fa molta differenza», affermano provocatoriamente gli organizzatori della mostra. E, in effetti, quando il profumo di un amante dà fastidio, quasi sempre l’amore è finito.
La mostra parigina punta sul gioco interattivo e il piacere dell’odorato, ma poggia su solide basi scientifiche che tengono conto di tre dimensioni caratteristiche degli odori: l’intensità (cioè la potenza con cui percepiamo un effluvio), che è estremamente variabile da individuo a individuo, perché non abbiamo tutti gli stessi recettori; la tonalità (cioè la dimensione edonistica della sensazione olfattiva), che è altrettanto variabile in quanto legata all’esperienza e ai ricordi personali; la qualità (cioè la capacità di riconoscere un odore), legata ancora una volta a caratteristiche fisiologiche ed esperienziali soggettive. Due semplici test al computer consentono ai visitatori di comprendere la differenza tra intensità e tonalità, mentre la qualità è testata con gli odori cosparsi lungo l’esposizione.
Tre le sale tematiche («Io mangio con il naso», «Sono attratto dai profumi e li creo» e «Sento con il cervello») per un totale di diciotto moduli espositivi. Nell’area dedicata alla fisiologia dell’odorato si scopre, ad esempio, che ci sono due modi di sentire gli odori: attraverso le narici (le molecole odorose entrano direttamente a contatto con l’epitelio olfattivo) e attraverso la mucosa retro-nasale (le molecole odorose, contenute negli alimenti, si sprigionano a contatto della mucosa orale e risalgono dal cavo orofaringeo all’epitelio olfattivo). In quest’ultimo caso non si parla di odori, ma più propriamente di aromi associati al gusto. Le nostre sensazioni gustative dipendono, d’altronde, per l’85% dall’odorato. La prova? Quando siamo raffreddati non apprezziamo il gusto del cibo.
Altrettanto interessanti i padiglioni dedicati alle spezie, agli odori del legno e del cibo, al bouquet dei vini, ai profumi della frutta e dei fiori (con cenni alla grande tradizione francese di essenzieri e profumieri). Ma descrivere un odore è molto difficile, salvo che per i professionisti: il linguaggio comune, infatti, è povero di termini utili a descrivere sensazioni tanto complesse. Peraltro la memoria olfattiva è fortemente influenzata dalle emozioni: più lo stato emotivo è forte, tanto più intenso sarà il ricordo dell’odore a esso associato; anche la sua descrizione, dunque, sarà variabile e soggettiva.
Ma come si formano puzze e profumi? Lo si scopre analizzando un estratto aromatico con l’aiuto di un apparecchio gas-cromatografo (che consente di separare le diverse componenti odorose) e uno spettrometro di massa (che permette di identificare ogni singolo componente) messi a disposizione dei visitatori. La mostra risponde a moltissimi altri interrogativi, spalancando le porte su una dimensione tanto sottovalutata e sconosciuta, quanto quotidiana e familiare. Essere presi per il naso, una volta tanto, sarà un piacere, anche per chi non è propriamente masochista.
«Né pou sentir» è allestita fino al 3 maggio al Palais de la découverte (avenue Franklin Roosevelt, 75008 Paris, tel. +33(0)1.56.43.20.21) con il seguente orario: martedì-sabato ore 9,30-18; domenica e festivi ore 10-19; chiuso tutti i lunedì e il 1° maggio. Ingresso: intero 7 euro; ridotto 4,5 euro.