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Un albero comune pioniere nella ricerca scientifica

Una pianta sterile non produce polline e non crea problemi per chi soffre di allergie. Questo uno degli obiettivi della ricerca condotta dall'Università di Milano e Bologna, su iniziativa della Fondazione Bussolera Branca su di una specie arborea molto comune in Italia, il pioppo.pioppeto

L'interessante studio nasce con un duplice scopo: alleviare i disturbi di chi soffre di allergia da polline, una malattia sociale di ampia portata, e preservare il patrimonio genetico e la biodiversità della popolazione di pioppi naturali italiani, sempre più rari perché soppiantati dagli ibridi.

Il pioppo biotech potrebbe essere il capofila di una nuova serie di piante manipolate geneticamente che non presentano rischi di diffusione di patrimoni genetici modificati artificialmente. Con questa metodologia sarebbe possibile ottenere piante resistenti ai parassiti più temuti, come la Chrysomela populi, responsabile di gravi defogliazioni. Foto

Per condurre lo studio sperimentale sono occorsi tre anni di ricerche, necessari per individuare i migliori esemplari di pioppi autoctoni, nelle tre varietà nero, bianco e tremulo. Il germoplasma prelevato dai pioppi prescelti costituirà una "banca del seme", in grado di conservare il patrimonio genetico del pioppo italiano, e servirà per costituire sei popolamenti nuovi per ciascuna varietà.

Il pioppo, il cui allevamento in Italia si estende su circa centomila ettari, fornisce oltre la metà del fabbisogno nazionale di legname da industria. Il suo legno, in particolare del nero e del bianco, serve per lavori di falegnameria, mobili e compensati; il legno del pioppo tremulo, meno pregiato, è utilizzato soprattutto nell'industria della carta e di produzione dei fiammiferi.

In Italia i pioppi da allevamento sono per gran parte ibridi, incroci tra varietà europee e americane, che garantiscono resistenza ad alcuni parassiti e velocità d'accrescimento elevata.

Per contro il pioppo italiano, grazie al decennale lavoro dell'Istituto Sperimentale di Pioppicoltura di Casale Monferrato, è conosciuto in tutto il mondo: cloni italiani formano molte delle sterminate pioppaie presenti in Russia, in Canada e in Cina.

L'utilizzo principale del legno di pioppo per legname industriale è dovuto a due importanti caratteristiche: l'uniformità dei tronchi adulti, dritti e cilindrici, che significa poter lavorare materiale omogeneo, e la velocità d'accrescimento - alcuni ibridi di pioppo crescono di quasi due metri l'anno, una quercia nello stesso tempo si alza di 30 centimetri -, che lo rende molto produttivo a costi di produzione contenuti.

Oltre all'utilizzo per legname da industria, il pioppo può fornire la materia prima per l'industria della carta, soprattutto quando saranno disponibili varietà con un contenuto in lignina inferiore a quello normale.

Al momento attuale si guarda però con interesse al pioppo come fonte energetica alternativa. Grazie al suo rapido accrescimento e alla sua capacità di ricrescere dopo il taglio, è infatti una specie in grado di produrre grandi quantità di biomassa, utili per alimentare le centrali che utilizzano questo tipo di combustibile per la produzione di energia termica ed elettrica. In Italia, che al momento utilizza le biomasse per produrre solo il 2,5% del fabbisogno nazionale, sono sempre più frequenti gli esempi di creazione della filiera foresta - legno - energia che possono rappresentare uno sbocco commerciale alternativo per la selvicoltura.

Il pioppo è anche utilizzato come pianta risanatrice di terreni contaminati da metalli pesanti, che vengono trattenuti dalle sue radici.

Infine un uso frequente, diffuso nel passato ma che oggi si sta riprendendo, riguarda la formazione di filari con duplice scopo: frangivento, per la grande resistenza al vento dovuta all'apparato radicale molto sviluppato e ben ancorato al terreno, e frangisuono, grazie alle chiome folte che attenuano i rumori del traffico stradale, autostradale, aereo e ferroviario.

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