Tumore al colon: cause e prevenzione
Il tumore al colon rappresenta la seconda causa di morte per cancro dopo quello al polmone. Su di esso si sono quindi concentrati molti sforzi dei ricercatori, e proprio dall'Italia arrivano due importanti sviluppi che aiutano a chiarirne le cause e le modalità di crescita da un lato e la possibilità di elaborare un vaccino dall'altra.
Una ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità, coordinato dal Dott. Ruggero De Maria, ha portato a determinare che le maggiori responsabili della formazione e della crescita del tumore al colon sono delle cellule staminali che, benchè presenti nel tumore con una percentuale pari solamente al 2,5%, rappresentano in realtà la faccia più "cattiva" del tumore, essendo in grado di riprodursi e crescere praticamente senza limiti nel tempo. Siamo dunque di fronte ad un paradosso: le stesse cellule staminali in grado di agire da riparatrici nella terapia di malattie degenerative utilizzano in questo caso la loro alta capacità proliferativa come arma invasiva e distruttiva di cellule sane.
La scoperta è considerata eccezionale in quanto consentirà di mettere a punto in due o tre anni una terapia con farmaci "intelligenti", mirata a distruggere esclusivamente le cellule responsabili del tumore.
Nel frattempo l'Istituto Nazionale Tumori di Milano sta lavorando alla messa a punto di un vaccino. Tutto è nato dall'osservazione che nelle cellule tumorali del colon, e non in quelle sane, è presente una proteina, la "survivina", che può essere riconosciuta e attaccata dal sistema immunitario, distruggendo così le cellule malate. La sperimentazione clinica prevede l'utilizzo di un vaccino composto da survivina e dall'antigene carcino-embronario (già usato da tempo). Ciò non toglie comunque importanza all'approccio chirurgico per l'asportazione di questo tipo di cancro.