Cindia, il continente che sbarca a Grugliasco per fare ricerca
In occasione del primo giorno d'estate, incontro stampa presso Agroinnova , il Centro di competenza per l’innovazione in campo agroambientale dell’Università di Torino, per fare il punto sull’evoluzione e sui progressi della ricerca in Cina e in India.
La relazione di apertura dell’evento intitolato “Cindia: la ricerca come motore di sviluppo” è stata affidata dal Presidente di Agroinnova, Angelo Garibaldi, all’economista Ignazio Musu, Professore Ordinario di Economia all’Università Ca’ Foscari e alla Venice International University, partner di Agroinnova. Delineati i dati economici che evidenziano la crescita attuale e prevista di Cina e India, il Professore ha sottolineato come l’impegno dell’Occidente debba rivolgersi a fronteggiare la sfida ambientale conseguente a tale fenomeno “orientando l’innovazione verso tecnologie per uno sviluppo sostenibile che possano essere impiegate in modo efficiente in quei paesi”.
Il Direttore del Centro, Maria Lodovica Gullino, che ha ricordato come i progetti di Agroinnova puntino alla promozione del modello italiano dell’agricoltura sostenibile per la protezione dell’ambiente e del cibo sano e sicuro, ha dato la parola, per le loro dirette testimonianze, a due degli undici ricercatori e dottorandi cinesi e indiani che sono attualmente ospiti di Agroinnova per condurre , in collaborazione con il personale del Centro, alcuni studi di interesse comune. I principali argomenti di ricerca cui fanno capo tali studi sono: il trasferimento di tecnologie alternative all’impiego del bromuro di metile per la disinfezione del terreno, il trasferimento di know-how e tecnologie innovative per la promozione dell’agricoltura sostenibile, le moderne tecniche di lotta alle malattie delle piante per la riduzione dell’uso di fitofarmaci in orticoltura, l’agricoltura biologica, la biosicurezza in campo agrario e la sicurezza alimentare.
Il Professor Garibaldi ha chiuso l’incontro ribadendo la funzione dei Centri come Agroinnova per migliorare l’approccio e le competenze di India, Cina e di altri Paesi in via di sviluppo nel campo agroambientale e agrialimentare, che non potranno che avere come conseguenza benefici per l’intera comunità globale.
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