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Istituto Nazionale di Neuroscienze: la guida a Torino

Istituto Nazionale di Neuroscienze: la guida a Torino

L’Istituto Nazionale di Neuroscienze riunisce l’eccellenza italiana nel settore: 180 scienziati di otto diversi centri di ricerca universitari. A capo del consorzio l’Ateneo piemontese, sotto l’abile regia del professor Piergiorgio Strata

cervello simbolica La gestazione è durata quasi vent’anni, il travaglio è stato lungo e faticoso, ma alla fine ha visto la luce. L’Istituto Nazionale di Neuroscienze (INN) ha avuto il suo battesimo ufficiale a Torino lo scorso giugno. Riunisce l’eccellenza italiana nel settore: 180 scienziati di otto diversi centri di ricerca universitari (Torino, Milano, Napoli, Brescia, Cagliari, Ferrara, Genova e Verona). La forma giuridica di «consorzio universitario» consente di superare la debolezza intrinseca dei centri di ricerca italiani, piccoli, periferici e dunque singolarmente poco attraenti per gli investitori stranieri (inclusa la Comunità europea); permette inoltre di realizzare facilities comuni (es. laboratori e macchinari utilizzabili a rotazione) e soprattutto garantisce flessibilità organizzativa superiore.

Lo scopo dell’INN è triplice: favorire la collaborazione tra i centri che fanno parte del consorzio, puntare sulla formazione dei ricercatori, promuovere la comunicazione con i cittadini sui temi delle neuroscienze. «Al momento le Università associate sono otto», spiega Piergiorgio Strata, che da Torino presiede e coordina l’INN, «tuttavia l’INN nasce come sistema aperto: qualunque università pubblica o privata, che ritenga di poter contribuire al raggiungimento degli scopi che ci siamo prefissati può aderire al progetto».

Ciascun centro consorziato svolge il proprio lavoro in modo autonomo, ma condivide con gli altri risorse tecnologiche e obiettivi scientifici, portando avanti ricerche diverse eppure complementari. Gli ambiti di studio sono quattro: 1) ricerca di base (es. studi sulla plasticità del sistema nervoso, sulla neurogenesi e rigenerazione neuronale, sui trattamenti farmacologici di malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson, sui meccanismi di azione delle sostanze neurotossiche), 2) scienze cognitive (es. indagini su memoria, emozioni, apprendimento, sviluppo del linguaggio), 3) psichiatria (es. studi sui meccanismi molecolari alla base di effetto placebo, depressione, ansia, panico), 4) nuove frontiere (tra cui uso di tecniche innovative in neurochirurgia e robotica riabilitativa).

L’INN è sostenuto finanziariamente dalle quote di adesione delle singole Università (100 mila euro l’anno), a cui si è aggiunto nel 2008 un consistente e prezioso contributo della Compagnia di San Paolo. In attesa del promesso sussidio da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca (MiUR), le risorse a disposizione degli scienziati saranno prevalentemente quelle che i singoli gruppi sapranno attrarre con i loro progetti di ricerca.

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