Anticorpi killer contro la leucemia
Hanno nomi impronunciabili, come blinatumomab, o brentuximab vedotin, ma rappresentano la speranza per il trattamento di leucemia linfoblastica, linfoma non-Hodgkin e altri tumori.
Nascono dalla manipolazione del sistema immunitario, ingegnerizzando le sue cellule, i linfociti, per renderle più attive contro le cellule tumorali. In questo modo si creano delle sostanze con la doppia funzione di riconoscere e uccidere le cellule tumorali. Si tratta di anticorpi monoclonali che creano una sorta di 'ponte' tra le cellule tumorali, in particolare le cellule della leucemia linfoblastica acuta, e i linfociti T che le distruggono.
in particolare, l'obiettivo è quello di riconoscere e colpire le staminali leucemiche, che sono le cellule colpevoli di dare origine e alimentare il tumore: se si riesce a eliminare la fonte di tutte le cellule tumorali, si riesce a eliminare la malattia, anche in quei pazienti che non rispondono alle attuali terapie.
I ricercatori di tutto il mondo lavorano per sviluppare questo nuovo gruppo di agenti in grado di potenziare l'attività immunologica contro i tumori. In Italia va evidenziato l'impegno del Gaslini di Genova e dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.