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Notizia del 22/02/2006

22 febbraio 2006 I Mercoledì dell'Accademia - La dimenticanza dell'antico nell'arte del Medioevo

L’Accademia delle Scienze di Torino prosegue la propria serie di conferenze dei Mercoledì il 22 febbraio 2006 alle ore 17.30 con una conferenza del Prof. Carlo Bertelli, Socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino e professore emerito di Storia dell’Arte nell’Università della Svizzera Italiana. La conferenza si terrà nel Salone dei Congressi del Sanpaolo – IMI, gentilmente concesso, in Via Santa Teresa 1/G. L’ingresso è gratuito e aperto a tutti.

Ara PacisCarlo Bertelli parlerà sul tema “La dimenticanza dell’antico nell’arte del Medioevo”.

In pieno anno giubilare, l’iniziativa della giunta Rutelli, di cambiare l’esposizione dell’ Ara Pacis, che aveva disegnato nel 1939-40 l’ architetto Vittorio Ballio Morpurgo, fu accompagnata da accese polemiche. Tralasciando il commento ai pregi o ai difetti del progetto affidato a Richard Meyer, sono da considerare i riflessi politici e culturali dello smantellamento di un testimone cospicuo della visione della storia romana promulgata dal fascismo. Poiché tutta la grande piazza Augusto Imperatore è, in ogni sua parte, una coerente apologia della grandezza di Roma, e del suo specchio mussoliniano, detta con parole di marmo. La costruzione avvenne nel 1937-40: il regime era al punto più alto di consenso, dopo i patti lateranensi, la conquista dell’ Etiopia, la sconfitta dei repubblicani spagnoli. La dichiarazione di guerra quasi coincise con l’ inaugurazione della piazza, ma questa era stata costruita nella prospettiva di una lunga pace.

Al suo centro era il mausoleo di Augusto, che era stato il primo movente per la demolizione di un intero quartiere della vecchia Roma. Si trattava dell’ ultimo atto delle celebrazioni del bimillenario di Augusto, con cui si era voluta sottolineare la continuità della Roma augustea con quella di Mussolini. Nei palazzi porticati che circondano la piazza, rilievi e mosaici esaltavano le virtù attribuite al contadino italico e la centralità della famiglia, mentre i temi guerreschi erano relegati in panoplie romane o risorgimentali. S’incominciava con Romolo e Remo sotto la lupa e si finiva con le statue di san Carlo e sant’ Ambrogio, poste a cerniera con la Roma della Controriforma. Le costruzioni erano sorte tra l’entusiasmo degli archeologi, cui le demolizioni nei centri storici, specialmente a Roma, offrivano insuperate occasioni di scoperte e pubblicazioni. Mancava però un fulcro che compensasse la delusione del mausoleo, risultato troppo spoglio e troppo sprofondato per riempire il vuoto che gli era stato creato intorno. Quel fulcro fu trovato nell’ ara pacis. Il monumento, in gran parte ricomposto, fu collocato in alto sull’ argine del Tevere, sopra una muraglia di travertino su cui fu inciso il testo della lunga iscrizione augustea di Ankara. Il testo latino,però; mentre quello greco fu ignorato.

Il programma del nuovo progetto ha tutt’altre premesse. Intorno all’ ara pacis viene allestito un piccolo museo dedicato alla storia del Campo Marzio e delle sue trasformazioni, dalle origini sino agli ultimi esiti. Sarà un Campo Marzio nel quale troveranno posto anche le libagioni di un imperatore come Eliogabalo, amato dal decadente Antonin Artaud.

Carlo Bertelli nella sua conferenza racconterà del luogo e delle sue trasformazioni, della storicizzazione dell’arte classica e cercherà di spiegare perché e come quell’arte era andata perduta.

Carlo Bertelli nasce a Roma nel 1930. Storico dell'arte, ha studiato a Roma e a Londra: dopo aver iniziato la sua carriera nell’amministrazione dei beni storici e artistici all’Istituto Centrale del Restauro, è stato soprintendente di Milano e direttore della Pinacoteca di Brera. Ha insegnato nelle università di Berkeley, Berlino, Ginevra, Losanna, Venezia, Mendrisio. E’ professore emerito di storia dell’arte antica Tra i suoi libri si ricordano: Masolino. Gli affreschi del Battistero e della Collegiata a Castiglione Olona (Milano, 1997), La pittura in Italia. L’alto medioevo (Milano, 1995) e Piero della Francesca (Milano, 1991). Bertelli si è occupato di antiche icone romane, del Quattrocento fiorentino, dei restauri a Santa Sofia a Costantinopoli, degli affreschi in Santa Maria in Via Lata a Roma.