Dossier

La rivoluzione della musica digitale

Le soluzioni anti-copia: gli utenti in rivolta

Nel disperato tentativo di combattere la pirateria diffusa (quella dei singoli consumatori che tramite i software di file-sharing e tramite la masterizzazione casalinga di CD musicali mette involontariamente in crisi il mercato discografico), le label musicali hanno cercato anche una soluzione tecnica, oltre a quella legale.

L’idea è semplice: impedire che i contenuti di un CD musicale siano trasformabili in un file condivisibile. Il problema è mettere in pratica una strategia simile: il formato dei CD audio è facilmente trasformabile in file da qualsiasi Pc recente.

La soluzione, quindi, è stata cercare di impedire la fruizione di CD audio sui lettori CD dei computer. Sul mercato statunitense e, in minor numero, sul mercato europeo sono già presenti alcuni CD musicali che non possono essere letti dai lettori dei Pc e funzionano solamente sui tradizionali CD-Player degli hi-fi.

Questo sistema di protezione inizialmente è sembrato l’uovo di Colombo. Peccato che abbia resistito poche ore prima di essere aggirato dagli utenti con estrema facilità. I guai dei CD musicali che non amano i computer, tuttavia, non finiscono qui. Negli Stati Uniti, infatti, è in atto una campagna, da parte delle associazioni dei consumatori, per far ritirare questo tipo di tecnologia dal mercato. Molti clienti, infatti, trovano che limitare l’uso dei CD musicali ai soli lettori hi-fi tradisca i consumatori, che “comprano la libertà” di poter ascoltare la musica dove e come desiderano. Per di più pare che la tecnologia anti-copia renda difficile la lettura dei CD musicali protetti anche su numerosi lettori hi-fi.

Il motivo più importante per cui i CD protetti si sono rivelati un boomerang in termini di immagine per le label discografiche è il fatto che questi, essendo ufficialmente inutilizzabili sui Pc, impediscono la creazione della cosiddetta “fair copy”, ovvero la copia di sicurezza del prodotto. Nei termini di licenza del consumo di un CD musicale, infatti, è scritto che ciascun utente ha diritto a realizzare copie di sicurezza personali dei propri CD originali, qualora il prodotto regolarmente acquistato si ledesse e si rendesse illeggibile.

Le soluzioni anti-copia, insomma, rischiano di colpire più gli utenti onesti, quelli che comprano i CD originali, che i piccoli pirati: è necessario per le label cambiare strategia.

Per correre ai ripari, le aziende che si occupano dello sviluppo delle tecnologie anti-copia stanno tentando di creare un nuovo tipo di sistema che dovrebbe permettere un numero limitato di masterizzazioni, fondamentali per le copie di back-up. Finora non ci sono riuscite, se non utilizzando alcune soluzioni hardware software facilmente aggirabili. Casomai riuscissero nell’impresa, le major discografiche potrebbero continuare con questa nuova strategia, senza per questo ledere i diritti dei consumatori.

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