Dossier

Gli italiani e gli ogm: no alle applicazioni, si alla ricerca.

Gli italiani e gli ogm: no alle applicazioni, si alla ricerca.

Secondo appuntamento con l’Osservatorio Scienza e Società di TuttoScienze – Observa Science in Society.

Gli Italiani continuano a percepire i cibi ogm come un rischio più che come un’opportunità, pur esprimendo una certa apertura nei confronti della ricerca biotecnologica agroalimentare. I nuovi dati sugli orientamenti dell’opinione pubblica italiana nei confronti degli ogm confermano che l’ampia apertura di credito di cui godono le biotecnologie del settore biomedico non si estende a quelle del settore agroalimentare, dove prevale uno scetticismo che non chiude, tuttavia, del tutto la porta alla prosecuzione delle ricerche.

In particolare, due Italiani su tre (66%) ritengono gli ogm particolarmente rischiosi a fronte di un 41% che li ritiene potenzialmente utili. Va notato che questo giudizio non muta significativamente in base al livello di istruzione, né all’appartenenza politica, ma (lievemente) solo nelle diverse fasce di età: più forte, tra i giovani, la tendenza a considerare utili gli ogm. Ogm_mais

Questi orientamenti, tuttavia, non portano automaticamente gli Italiani ad escludere l’opportunità di continuare le ricerche in questo settore: il 59% è favorevole a proseguire le ricerche sulle biotecnologie agroalimentari, a fronte di un 31% di contrari. Tra le motivazioni citate dai favorevoli spiccano la possibilità di sfamare le popolazioni del Terzo Mondo (26%) e la necessità di non porre vincoli alla ricerca (22%); decisamente meno significativa pare la prospettiva di avere cibi a costi più bassi (4%) e la consolidata diffusione di ogm in altri Paesi quali gli Stati Uniti (3%). I contrari giustificano la propria posizione sulla base della necessità di non alterare gli equilibri naturali (14%), della perdurante incertezza sui rischi degli ogm (10%) e del peso che in questo settore hanno gli interessi delle multinazionali (5%); praticamente nessuno motiva la propria opposizione dichiarando di avere scarsa fiducia negli scienziati.

Un ruolo non irrilevante negli orientamenti sul tema ogm ha sicuramente la percezione di marcate divisioni all’interno della comunità scientifica: quasi tre intervistati su quattro (74%) ritengono che i ricercatori siano in disaccordo tra di loro sugli ogm, mentre solo il 12% li considera concordi. Questa percezione sembra pesare significativamente sugli atteggiamenti verso le biotecnologie agroalimentari: il giudizio sull’elevata pericolosità degli ogm aumenta tra coloro che vedono divisioni tra gli scienziati sino a coinvolgere il 77%; d’altra parte, una percezione di maggiore coesione tra i ricercatori porta più frequentemente (69%) a sostenere la necessità di proseguire le ricerche nel campo degli ogm.

Se quella sin qui descritta è la configurazione degli attuali orientamenti degli Italiani nei confronti della ricerca e delle applicazioni biotecnologiche agroalimentari, quali sono le prospettive per il futuro in termini di governo del settore? In altre parole, a chi, secondo i cittadini, dovrebbero essere attribuite le responsabilità decisionali?

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