Come la pensano gli italiani?
Come in altri casi, gli Italiani esprimono grande fiducia nei confronti dell’Unione Europea, assegnandole un ruolo primario di garanzia per la regolamentazione delle biotecnologie (32%). Al secondo posto gli scienziati: la diffusa percezione delle loro divisioni interne non sembra pregiudicare da questo punto di vista la centralità degli scienziati come figura di riferimento anche sul piano decisionale. In terza posizione si trovano i cittadini (19%), con un risultato che conferma la forte richiesta di coinvolgimento emersa negli ultimi anni, non solo su questo tema specifico, ma più in generale sui temi legati alla scienza e alla tecnologia. Il 13% attribuisce la responsabilità principale delle decisioni sugli ogm al Governo italiano, mentre piuttosto distanziati risultano gli imprenditori del settore (3%), la Chiesa Cattolica (2%) e i potenziali beneficiari delle applicazioni biotecnologiche (1%). L’attribuzione di responsabilità decisionali appare in rapporto significativo con l’età e la scolarità degli intervistati. In particolare, è degno di nota che gli scienziati siano indicati più frequentemente come referenti decisionali dai soggetti meno istruiti, nelle fasce di età più elevate (35,6% tra gli ultrasessantacinquenni). Di converso, i più giovani e i più istruiti tendono più frequentemente a richiedere, nelle decisioni su questo tema, un coinvolgimento più ampio di tutti i cittadini.
In sostanza, i dati ci restituiscono un quadro dell’opinione pubblica che appare più articolato di quanto abitualmente si sente ripetere ogni qual volta si accende il dibattito sugli ogm, secondo cui gli atteggiamenti degli Italiani su questo tema sarebbero dettati da un’ostilità pregiudiziale nei confronti della scienza. Se infatti è innegabile che gli Italiani non considerano i benefici degli alimenti ogm tali da bilanciarne i rischi percepiti, altrettanto innegabile è che non vi sia affatto una preclusione di principio nei confronti della ricerca in questo ambito. Più che una sfiducia o in un’ostilità tout court nei confronti della scienza, gli elementi critici da non sottovalutare in termini di prospettive e di scelte per il futuro appaiono: in primo luogo l’immagine di una scienza che agli occhi dell’opinione pubblica ha perso la propria coesione interna; in secondo luogo, la richiesta sempre più pressante di coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni in questo ambito.