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Una proteina "vigile" dirige il comportamento delle cellule staminali del cervello.

E' uno studio coordinato dall'Università di Torino a far luce su un meccanismo che coinvolge diverse tipologie di malattie neurologiche.

 

Telethon logo 2011Dalle malattie genetiche rare allo sviluppo del cervello: uno studio finanziato da Telethon e completamente made in Italy potrebbe portare allo sviluppo di terapie farmacologiche in grado di ripristinare una corretta produzione di cellule nervose.

La ricerca fa luce sui meccanismi con cui si formano particolari cellule nervose alterate in svariate malattie, sia genetiche come la corea di Huntington, ma anche dall’origine più complessa come l’epilessia.

A descrivere i risultati dello studio sulle pagine della prestigiosa rivista Journal of Neuroscience è il gruppo di ricercaTelethon coordinato da Giorgio Merlo, dell’Università di Torino, che ha visto anche la collaborazione di Enzo Calautti e di Elena Cattaneo, rispettivamente delle università di Torino e Milano.

Da diversi anni Merlo e il suo team studiano un gruppo di geni (denominati Dlx) che, se alterati, sono responsabili di malattie genetiche rare caratterizzate da difetti dello sviluppo dello scheletro già durante la vita embrio-fetale, come per esempio la mancata saldatura del palato e le malformazioni di mani e piedi.

Analizzando il funzionamento di questi geni, i ricercatori hanno constatato che essi giocano un ruolo molto importante anche nello sviluppo del nostro cervello, in particolare nella formazione di un tipo specializzato di cellule nervose, i neuroni GABAergici.

Ricerca Telethon - neuroniMolto diffuse nel sistema nervoso, queste cellule hanno normalmente un ruolo inibitorio, sono addette cioè a “spegnere” attività troppo intense o prolungate di altri neuroni o gruppi di neuroni. Inoltre, alterazioni nella quantità e qualità dei neuroni GABAergici, oppure nel processo con cui vengono prodotti a partire dalle cellule staminali neurali (differenziamento) sono state associate a svariate malattie, tra cui la corea di Huntington, la sindrome di Rett, l’epilessia, la sindrome fetale alcolica e forse l’autismo.

I ricercatori Telethon hanno quindi studiato questo fenomeno in animali da laboratorio in cui i geni Dlx non funzionano e che presentano una riduzione di neuroni di tipo GABAergico. rilevando  che anche l’ambiente cellulare circostante è importante per una maturazione  corretta delle cellule staminali in questo tipo di neuroni.

In particolare si è scoperto che l’anello mancante tra i Dlx e i neuroni GABAergici è una proteina segnale chiamata Wnt5a. Questa è capace di “dirigere” il comportamento delle cellule staminali presenti nel cervello e di indurle a formare proprio cellule GABA. La conferma si è avuta anche osservando come cellule staminali neurali in coltura maturano meglio in neuroni GABAergici in presenza di Wnt5a.

Il prossimo passo dei ricercatori sarà quello di andare a fondo dei meccanismi con cui le cellule staminali presenti nel cervello rispondono a questo segnale per poter ottenere informazioni importanti su qual è il modo migliore per intervenire con dei trattamenti farmacologici e far sì che la produzione di neuroni GABAergici vada a buon fine.

Questo lavoro, sottolineano i ricercatori, è anche un ottimo esempio di come si possa coniugare la ricerca su malattie genetiche rare – quella che Telethon finanzia in accordo con la propria missione – con lo studio di meccanismi molecolari di base coinvolti anche in patologie a maggiore diffusione.

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