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Potenzialità e Pericoli del Mondo "Nano"

Ritorna, come ogni anno, l'appuntamento scientifico per fare il punto della situazione e disegnare il quadro dello stato dell'arte attuale delle nanotecnologie, delle sue applicazioni e delle sue promesse per il futuro.

“La Nanotecnologia non è un'area specifica della scienza ma è un set di tecnologie, tecniche e processi che stimolano un approccio multidisciplinare. I campi di applicazione sono praticamente infiniti e tutti i più importanti settori dell'industria possono essere drammaticamente cambiati dalle nanotecnologie. Come ogni anno, lo scopo del Nanoforum è quello di dare un quadro dello stato dell'arte attuale delle nanotecnologie, delle sue applicazioni e delle sue promesse per il futuro”. Questo il messaggio di apertura della VI edizione del Nanoforum da parte di Carlo Bottani del Politecnico di Milano e Fabrizio Pirri del Politecnico di Torino.

L'edizione 2010 del “Nanoforum – Micro and Nanotechnologies: where research meets business”  si è svolta dal 15 al 17 giugno 2010 presso la Cittadella del Politecnico di Torino,  e ha visto la partecipazione di importanti realtà - locali e internazionali - del mondo delle nanotecnologie: dallo start up Adamantio “Science in Conservation” dell'Incubatore di Imprese dell'Università di Torino al Colorifico Atria di Palermo, dall'ENT – Environmental Nano Technologies International Magazine, all'Institute of Nanotechnology dell'Innovation Park dell'University di Stirling in Scozia. “Una formica è pari a 5 milioni di nanometri” - così afferma nell'incipit del suo intervento la dott.ssa Maria Alessandrelli, dell'ISS – Istituto Superiore per la Sanità.

Quando si parla di nanotecnologie, infatti, si parla di un set di tecnologie e processi che operano sulla materia su una scala dimensionale che oscilla tra 1 e 100 nanometri. Dimensioni microscopiche in cui la forza di gravità diventa sempre meno preponderante, mentre acquistano importanza strategica la tensione superficiale e le forze di Van der Waals. Il risultato - nanoparticelle, nanomateriali e nanostrutture - presentano caratteristiche nuove, totalmente diverse dalle caratteristiche fisiche, chimiche ed elettriche della materia di partenza (detta anche forma “bulk”). L'avvento delle nanotecnologie, dagli anni '80 ad oggi, ha coinvolto diversi ambiti del mondo scientifico – dalla biologia, alla chimica, alla fisica, dall'ingegneria meccanica, all'elettronica – che hanno messo in discussione e ri-organizzato i propri principi di funzionamento su scala nanometrica. Ad oggi esistono già sul mercato molti prodotti realizzati con tecnologie e materiali “nano” e ogni giorno vengono testate nuove applicazioni nanotecnologiche in settori sempre diversi, portando alla ribalta la questione della definizione legislativa e chimica dei nanomateriali. Una questione di fondamentale importanza per la valutazione di rischi e pericoli per la salute dell'uomo e dell'ambiente. Questo è quanto emerso dall'incontro “Nanotecnologie sicurezza e salute in ottica Reach” che si è svolto mercoledì 17 giugno sotto la moderazione del dott. Mauro Sabetta, dell'Unione Industriale di Torino.

I due regolamenti di riferimento nella legislatura chimica europea sono il 1907/06 “Reach-Registration, Evaluation and Authorization of Chemicals” entrato in vigore nel settembre 2007 e il 1272/08 “Clp” relativo alla classificazione, etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele entrato in vigore nel gennaio 2009. Un “riccio” di ossido di zinco per le nanotecnologie Pur essendo due regolamenti abbastanza recenti, in entrambi i casi non esiste una definizione legislativa al loro interno sia dei nanomateriali sia delle nanotecnologie e al momento sono i due riferimenti legislativi a cui il mondo dei nanomateriali deve far riferimento, attraverso doverosi adattamenti e specifiche interpretazioni. Quello che emerge è la necessità - prioritaria - di classificazione dei nanomateriali caso per caso, prendendo in considerazione struttura, dimensione e configurazione chimica in relazione ai rischi – come regolamentato dal Reach – e ai pericoli – come regolamentato dal Clp – della loro produzione e commercializzazione per la salute umana e ambientale.

La questione sollevata dalla dott.ssa Alessandrelli, della presenza a livello nazionale ed europeo di una legislazione legata ai prodotti, ma non alle tecnologie offre un interessante spunto di riflessione. Sia a livello nazionale che a livello europeo – come sottolineato negli interventi della dott.ssa Letizia Polci del Ministero della Salute e della dott.ssa Dania Esposito dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)- lo sforzo attuale è quello di cercare di trovare un adattamento delle direttive Reach e Clp che risulti valido per i nanomateriali e sicuro per la salute dell'uomo e dell'ambiente, nell'arco di tempo necessario alle sfere decisionali per l'inserimento ufficiale della nanotecnologia e dei nanomateriali nella legislazione chimica internazionale. Ad oggi, l'autorità competente in materia Reach, che per l'Italia è il Ministero della Salute, accanto alle attività ordinarie di valutazione e autorizzazione delle sostanze, in stretta collaborazione con l'Echa (European Chemicals Agency), sul versante “nano” ha gettato le basi per la realizzazione di una banca dati nazionale di nanomateriali in grado di supportare, a livello informativo, l'attività legislativa europea.

Laminazione di pellicola per packaging Uno sguardo sulle potenzialità e sull’utilizzo strategico dei nanomateriali e delle nanotecnologie già oggi in uso nella vita “quotidiana” è stato brillantemente offerto dall’incontro “Nanotecnologie e Packaging” moderato dal Prof. Alberto Cigada del Politecnico di Milano. L’intervento dell’ing. Giuseppe Mensitieri dell’Università Federico II di Napoli, focalizzato sul Packaging Intelligente e sul Packaging Attivo, ha evidenziato al pubblico le potenzialità di un sodalizio già in atto tra sostenibilità ambientale e applicazioni nanotecnologiche nel settore del packaging, soprattutto in ambito alimentare.

Più nello specifico l’intervento dell’ingegner Luigi Nardo si è focalizzato sui primi risultati di uno studio del Politecnico di Milano sul packaging a mantenimento termico e sui risvolti futuri di un packaging in grado di influenzare positivamente la catena del freddo degli alimenti di IV gamma. Infine, di grande interesse nella creatività e nell’innovazione d’approccio al packaging in ottica “nano” è stato l’intervento della prof.ssa Angela Longo del CNR di Napoli che ha dimostrato la validità strategica delle nanotecnologie nella realizzazione di packaging anticontraffazione. Grazie all’utilizzo delle caratteristiche di fluorescenza di specifici nanomateriali, dal tradizionale codice a barre, al rfeed, dagli oligrammi alla filigrana fino ad arrivare a stampe con “nano” inchiostro: rappresentano tutti strumenti realizzati utilizzando nanotecnologie al servizio della lotta alla contraffazione.

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