Apprendere dalle esperienze fatte, trovare correlazioni, fare ipotesi e imparare dai risultati sono alcune delle proprietà dei due prototipi di chip da 45 nm, presentati dall’IBM, in grado di simulare il funzionamento del cervello umano. È il primo risultato del progetto SyNapse, guidato dalla storica azienda informatica, in collaborazione con quattro università americane e finanziato dall’agenzia governativa Darpa, che, soddisfatta dei risultati, ha annunciato che finanzierà SyNapse con altri 21 milioni di dollari, per un totale finora di 41 milioni.
Il progetto prevede la creazione di un computer composto da dieci milioni di "neuroni".
Si tratta di un incredibile passo in avanti per il “computing cognitivo”, la branca dell'informatica che mira alla realizzazione di computer in grado di ragionare come il cervello umano, grazie a reti neurali di sinapsi capaci di apprendere dall’esperienza e dall’ambiente.
Una grande differenza separa i sistemi neurologici umani da quelli artificiali attualmente disponibili, ma, anche grazie al progetto SyNapse, questa distanza inizia a ridursi.
I computer tradizionali elaborano le informazioni in modo meccanico e sequenziale, secondo un programma predefinito. Ciò che caratterizza invece il chip neurale è la capacità di elaborare le informazioni in parallelo, di adattarsi all’ambiente, ma soprattutto di apprendere, cioè di generare e rafforzare collegamenti sinaptici tra i neuroni, come fa un cervello umano o animale. All’interno dei chip sono presenti dei nodi che elaborano le informazioni, dei “neuroni digitali” collegati a memorie integrate che simulano le sinapsi. Il sistema è infatti in grado di discriminare tra certi segnali di input, prestando più o meno attenzione a seconda della loro importanza, che cambia in misura di nuovi eventi ed esperienze.
Secondo i sostenitori del progetto i futuri computer cognitivi rivoluzioneranno la scienza, grazie alle elevate capacità di calcolo e di memoria, unite alla possibilità di analizzare e di intervenire sulla realtà con un'intelligenza - quasi - umana.
Ma, oltre alla comprensione della realtà esterna, permetteranno di studiare alcuni meccanismi e comprendere meglio il funzionamento dello stesso cervello umano. Potrebbero essere d’aiuto nella spiegazione e nella cura di malattie psichiche e psichiatriche ancora in gran parte sconosciute.
Un esempio è uno dei più importanti progetti italiani di computing cognitivo, che ha portato alla creazione di iClub, un robot umanoide realizzato dall'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova per lo studio e il trattamento dell'autismo infantile.