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All'ascolto dell'Universo

Nel territorio di Medicina, a circa 30 chilometri da Bologna, è installato il più importante complesso radioastronomico italiano, gestito dall’Istituto di Radioastronomia di Bologna.

E' per ascoltare le "voci" che provengono dallo spazio che l’Istituto di Radioastronomia di Bologna ha realizzato l'imponente radiotelescopio Croce del Nord costituito da due “rami” di antenne lunghi circa 600 metri ciascuno e da una parabola di 32 metri di diametro, con cui è possibile indagare il cosmo fino alle sue profondità più remote. I due strumenti, oltre alle attività di ricerca in cui sono impegnati come strumenti di osservazione singoli, partecipano a progetti di ricerca globali, in una cooperazione internazionale molto efficiente, che li vede protagonisti.

Radiotelescopio di Medicina, l'antenna Un radiotelescopio è un telescopio che, a differenza di quelli classici che osservano la luce visibile, è dedicato a rilevare e registrare le onde radio emesse dalle diverse radiosorgenti che si trovano in tutto l'Universo: gli oggetti celesti infatti, oltre ad emettere la luce che noi vediamo con i nostri occhi, emettono anche altre informazioni (tra cui le onde radio) che per essere captate hanno bisogno di strumenti adeguati. Ciò avviene generalmente per mezzo di una grande antenna parabolica, o più antenne collegate. Il campo dell'astronomia che si occupa della banda radio è detto, appunto, radioastronomia.

Questa tipologia di telescopi dispone solitamente di antenne di grande diametro e di ricevitori ad alta tecnologia, necessari perché le emissioni radio in arrivo dai corpi celesti sono debolissime. Sempre la debolezza delle emissioni radio celesti fa sì che i radiotelescopi moderni siano estremamente sensibili, il che rende sovente problematiche le osservazioni perché le interferenze di origine terrestre, dovute a sorgenti radio artificiali ben più potenti e vicine, vengono "captate" al posto di quelle provenienti dallo spazio. La comunità astronomica si batte per preservare almeno una parte dello spettro radio dalle onnipresenti emissioni terrestri, ma il peso economico di queste ultime è in genere preponderante. Così la NASA sta portando avanti un progetto per il posizionamento di un radiotelescopio sulla faccia nascosta del nostro satellite. Questo consentirebbe di sondare “l’età oscura” del primo universo e di mappare i campi magnetici dei pianeti extrasolari, analizzando le sorgenti a frequenza molto bassa, compresa fra 1 e 10 megahertz, che normalmente sono coperte dal traffico radio terrestre. La massa della Luna servirebbe cioè da schermo contro le interferenze radio terrestri.

Radiotelescopio di Medicina, la parabola I radiotelescopi possono osservare molti tipi di oggetti diversi: le pulsar radio o i quasar sono gli esempi più famosi e spettacolari, ma osservazioni egualmente importanti, possibili solo con i radiotelescopi, sono la mappatura dell'idrogeno (per ricavare la "geografia" della nostra e delle altre galassie in modo molto accurato) e la misurazione delle quantità dei diversi elementi e molecole presenti nello spazio. I radiotelescopi vengono inoltre utilizzati per comunicare con le sonde spaziali che si trovano in viaggio, e per misurare il moto della Terra e la deriva dei continenti. I radiotelescopi sono occasionalmente usati anche nella ricerca di segnali radio emessi da ipotetiche civiltà extraterrestri (vedi il progetto SETI).

Nel 2005 l’Istituto di Radioastronomia di Bologna ha inaugurato il Centro Visite “Marcello Ceccarelli”, una struttura per la divulgazione della radioastronomia e dell’astronomia in generale, nata per accogliere visitatori di ogni età e per rispondere alla grande richiesta, proveniente da parte di pubblico e scuole, di visitare i radiotelescopi e le strutture della stazione osservativa. Il Centro ospita una sala multimediale datata di tre maxischermi e 100 posti a sedere e una sala attrezzata con un’esposizione permanente: qui pannelli descrittivi, postazioni multimediali ed esperienze interattive guidano i visitatori alla scoperta di questa scienza giovane e affascinante.

Lo scopo principale delle attività svolte al Centro Visite dei radiotelescopi di Medicina è raccontare cosa significa studiare le onde radio che ci arrivano dall’Universo e quali sono le tecniche usate dai radioastronomi per capire il cielo. Le onde radio, pur non essendo direttamente accessibili ai nostri sensi, sono utilizzate quotidianamente da tutti noi. I radiotelescopi ci permettono di studiare il Cosmo “da un altro punto di vista”, e raccogliere nuove informazioni (spesso inaccessibili ai telescopi ottici) su come è nato e qual è il suo destino.

Radiotelescopio di Medicina, Centro visite Il Centro Visite “Marcello Ceccarelli” è aperto alle scuole durante la settimana e al pubblico durante i fine settimana. È possibile visitare la struttura autonomamente, attraverso un percorso narrativo tra gli exhibit e i contenuti multimediali del Centro, oppure usufruire di una visita guidata tenuta dal personale (ricercatori e ingegneri) dell’Istituto di Radioastronomia. Il percorso guidato comprende una presentazione introduttiva ed una panoramica delle esperienze interattive ospitate nell’esposizione permanente del Centro Visite. Al termine, è prevista la visita al sito dei radiotelescopi.

Il Centro infine ospita le attrezzature storiche dei radiotelescopi, che mostrano l'avanzamento della tecnologia dalla nascita della radioastronomia, dagli anni ’30 del secolo scorso, fino ad oggi.

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