Perché l’Universo è in espansione? Che ruolo ha avuto l'energia oscura nell'evoluzione del cosmo? Quale sarà il destino di pianeti e corpi celesti?
Per aiutare gli scienziati a rispondere alle domande fondamentali, su cui si interrogano da anni studiosi in tutto il mondo, è in fase di sviluppo Euclid, un modulo dell'ESA (Agenzia Spaziale Europea), a cui partecipa anche il nostro Paese.
Pianificata da prima del 2011 e approvata lo scorso anno, la missione sarà pronta a partire nel 2020. Euclid sarà in orbita a circa 930 mila miglia dal nostro pianeta e il suo obiettivo principale sarà quello di "fare luce" sul lato nascosto dell'Universo, l'energia e la materia oscura, tracciandone, con grande precisione, la distribuzione e seguendone l'evoluzione dal Big Bang ad oggi.
Per fare questo sono previsti due sofisticati strumenti a bordo: una fotocamera per immagini nel visibile (VIS) e uno spettometro per fotometria e spettroscopia nel vicino infrarosso (NISP). Il grande campo di vista di questi macchinari permetterà di raccogliere una grande quantità di dati, su un'enorme porzione del cosmo (circa due miliardi di galassie, oltre un terzo del cielo conosciuto). Ma soprattutto la qualità delle immagini, ad altissima risoluzione, sarà eccezionale. Infine, grazie ad un veloce collegamento di dati, si potranno ottenere e scaricare almeno 260 gigabyte di immagini ogni giorno.
Stelle, pianeti e corpi celesti rappresentano, secondo le stime, solo il 5% dell'Universo. La quantità restante è composta da materia ed energia oscura. Queste sono però invisibili ai normali telescopi. Studiare la materia oscura è di fondamentale importanza per i ricercatori perchè è noto da tempo che potrebbe aver avuto un ruolo nella formazione delle galassie e, soprattutto, nel rallentare l'espansione dell'Universo. L'energia oscura, invece, genera una forza opposta e maggiore a quella della gravità, che si pensa causi l'attuale accelerazione che si può osservare in questa continua trasformazione del cosmo.
Studiando come la luce delle galassie più lontane venga distorta dalle interazioni lungo il percorso, il telescopio potrà costruire una mappa 3D della materia oscura nell'Universo. Per capire invece il ruolo dell'energia oscura, sarà indispensabile studiare la struttura e la distribuzione delle galassie e come queste siano cambiate dai tempi più remoti ad oggi.
Per ottenere i risultati attesi saranno necessarie grande precisione e sofisticate tecniche informatiche, oltre che una buona sinergia tra tutti i componenti del team di lavoro, che vanta oltre 1000 persone da tutto il mondo, tra scienziati e tecnici.
L’Italia è coinvolta nella missione attraverso l'Agenzia Spaziale Italiana e i suoi compiti principali sono la realizzazione di sottosistemi dei due strumenti di bordo e la responsabilità del Segmento di Terra. Inoltre arrivano proprio dall'INAF (Istituti IAPS, IASF di Bologna e Milano, e gli Osservatori Astronomici di Bologna, Brera, Padova, Roma, Torino e Trieste) e da numerose Università italiane oltre 200 dei ricercatori coinvolti.