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Alla ricerca di vita extraterrestre: il Programma SETI

Alla ricerca di vita extraterrestre: il Programma SETI

Le recenti scoperte di pianeti extrasolari e di molecole prebiotiche in nubi interstellari sembrano indicare che probabilmente la vita, come noi la concepiamo, non e` un fenomeno unico nell’ universo.

L'ingegner Jader Monari, ricercatore tecnologo presso l’Istituto di Radioastronomia (IRA) dell’INAF di Bologna, ci espone il Programma SETI. Un progetto nato per rispondere all'eterno quesito circa l'esistenza di altre forme di vita, oltre a quella umana, nel nostro Universo.

Programma SETI: Jader Monari Gli ultimi anni sono stati ricchi di nuove scoperte astronomiche rese possibili sia da osservatori basati a terra che da osservatori in orbita. Queste hanno pesantemente contribuito alla incredibile crescita della Bioastronomia, nuova branca della scienza che, come un grande mosaico, e` composta da molteplici settori della ricerca moderna. La Bioastronomia indaga sull’origine, sull’evoluzione ed espansione della vita nell’ universo. Le recenti scoperte di pianeti extrasolari e di molecole prebiotiche in nubi interstellari sembrano indicare che probabilmente la vita, come noi la concepiamo, non è un fenomeno unico nell’ universo. È anche vero che l’uomo esiste perchè nel cosmo, fin dalla sua lontanissima origine, si sono verificate una serie di situazioni favorevoli (ma anche estremamente critiche) che ne hanno reso possibile la nascita e l’evoluzione. Alcune delle costanti universali, come la velocità della luce, la costante di Plank o la velocità con cui l'universo iniziò ad espandersi, hanno assunto in natura quei precisi valori che hanno permesso molto più tardi la comparsa e l’evoluzione della vita. Se la velocità con cui l’universo ha iniziato ad espandersi fosse stata minore o maggiore di quella assunta in natura (a livello di meno di una parte su dieci milioni), sulla terra non ci sarebbe mai stata la vita. Esperimento di Miller-Urey Il carbonio stesso, uno degli elementi fondamentali per la chimica della vita, è stato generato da reazioni termonucleari all’interno delle stelle che lo hanno reso poi disponibile in grandi quantità alla fine della loro evoluzione, durata miliardi di anni. Tutte queste meravigliose coincidenze potrebbero avere determinato l’apparizione dello stesso miracolo “vita”, magari intelligente, anche su altri pianeti. La possibilità di esistenza di vita extraterrestre appariva realistica già fin dagli anni 50 quando due ricercatori americani (Urey e Miller) dimostrarono che immettendo acqua, ammoniaca, metano ed idrogeno in un’ampolla sottoposta a forti scariche elettriche, si potevano ottenere molecole complesse come gli amminoacidi, così importanti per la chimica della nostra vita.

La domanda cui si vorrebbe tentare di rispondere ora è “siamo gli unici esseri viventi ed intelligenti nell’Universo?”. A questa domanda tenta di dare sperimentalmente una risposta il programma SETI (Search for ExtraTerrestrial Intelligence).SETI Institute - logo Avviato negli USA (NASA) negli anni settanta, costituisce ora una delle componenti più importanti di quel consorzio interdisciplinare che è la “Bioastronomia” . E` un programma a largo respiro internazionale che, mediante l’uso di grandi radiotelescopi, si propone di monitorare la banda delle microonde alla ricerca di segnali radio provenienti da civiltà extraterrestri in possesso di una opportuna tecnologia radio. Il programma, sospeso dal congresso americano nell’ Ottobre 93 per carenza di fondi, è ora gestito dal SETI Institute, che opera sulla base di contributi volontari da parte di industrie e privati.

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