Personaggi

Edwin Abbott Abbott (1838 - 1926)

Il reverendo pedagogo inglese autore di Flatlandia, racconto fantastico a più dimensioni

Saccheggiando a piene mani la prefazione di Masolino D'Amico a Flatlandia, scopriamo che come uomo il reverendo Abbott viveva interessi intellettuali che si sviluppavano in più direzioni, l'una indipendente dall'altra: fu insegnante attivo e appassionato; scrisse manuali scolastici, saggi su Bacone, testi eruditi sul Vangelo di Giovanni; si cimentò in un'ardita opera teologica: romanzare la vita di Gesù, nel Philochristus; e divulgò con passione un approccio più razionale alla fede, minimizzando la parte miracolosa delle verità rivelate.

A ben scavare, molti degli elementi che nascono da questi interessi poliedrici sono disseminati nelle pagine di Flatlandia, ne arricchiscono il linguaggio, celano i suoi termini matematici, con tutte le loro asperità, dietro svariate cortine (la cortina sociale, ma anche quella descrittiva, quasi in senso botanico; quella del misogino incallito, quella del sognatore e così via).

È un tentativo leggero e ardito assieme, dal quale emerge con forza che l'unica certezza - concettuale e conoscitiva - che rimane dopo aver letto Flatlandia, è di aver acquisito una sensibilità matematica per il concetto di dimensione.

Figura 2 di 'Flatland' di Edwin A. Abbott Non sappiamo se tra le tante tensioni di Abbott Quadrato ci sia stata anche quella di cimentarsi quale comunicatore della matematica - d'altra parte, quale altro aspetto della sua ricchissima persona aveva avuto relazioni con la matematica? - di sicuro però questo (in)consapevole tentativo gli riuscì più che egregiamente: nel 1882, e forse soltanto nel 1882, Edwin Abbott Abbott percepì con chiarezza e lucidità una nuova dimensione del suo ambiente già ampiamente esteso, quella di comunicatore della matematica.

Non sappiamo neanche se Abbott fosse un assiduo lettore di The Monthly Packet, e in particolare dei racconti matematici che Lewis Carroll fece apparire in una sua rubrica mensile a partire dal 1880. Il padre di Alice "ha inteso inserire in ciascun nodo (come la medicina nascosta con tanta abilità e inefficacia nella marmellata della nostra infanzia) almeno un quesito matematico - di aritmetica, algebra o geometria, secondo i casi - per divertire e magari anche istruire le graziose lettrici e i lettori della rivista", come egli stesso scrive nella premessa di A Tangled Tale (il libro che nel 1885 raccolse i racconti). Per il lettore curioso, è disponibile l'edizione italiana: Lewiss Carroll, Una storia intricata.

Certo però la passione per l'insegnamento, e in particolare per l'insegnamento di discipline linguistiche e letterarie, ha portato Abbott a immaginare Flatlandia come l'occasione adatta per affrontare un tema scientifico-matematico nuovo e potenzialmente ostico.

Vale la pena ricordare che gli studiosi dell'intellettuale Abbott gli riconoscono un vero "genio per l'insegnamento", e disdegnano - come uno scherzo di dubbio gusto - quella sua incursione nel mondo della matematica che è Flatlandia.

Di contro, per i matematici tutto il resto della produzione di Abbott non presenta caratteristiche degne di essere apprezzate. Tra questi c'è chi ritiene che "Flatlandia fu altrettanto fuori dal seminato di Abbott, che Alice da quello del reverendo Charles Lutwidge Dodgson", il che non è poi complimento da poco.

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