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Notizia del 27/05/2013

Perchè i pinguini non volano più?

Volare o nuotare? Questo il dilemma cui si è trovato di fronte il processo evolutivo-adattativo nel caso dei pinguini.

Non è facile spiegare la perdita di una capacità  come il volo, che offre molti vantaggi a chi la possiede, primo fra tutti quello di ridurre notevolmente la mortalità da attacchi da predatori.   D'altro canto, per uccelli marini, che spesso sfruttano acque ricche di pesce,  sapersi muovere agilmente nel mare è indubbiamente un vantaggio.

Un gruppo di ricercatori dell'Università del Manitoba, a Winnipeg, in Canada, ha misurato i costi energetici del volo e dell'immersione in due specie di uccelli marini, ancora in grado di volare, che nelle immersioni sfruttano rispettivamente la propulsione alare, come l'uria di Brünnich, e la spinta delle zampe, come il cormorano pelagico.    Hanno così scoperto che i costi energetici del volo sia delle urie sia dei cormorani sono i più alti registrati per un vertebrato.

Questa scarsa efficienza in volo, legata al metabolismo muscolare, permette però una maggiore resistenza in immersione, che tuttavia non arriva al drastico abbassamento del fabbisogno di ossigeno che caratterizza il metabolismo dei pinguini in immersione profonda.

E' quindi verosimile che, nel corso della loro evoluzione, i pinguini siano riusciti ad aumentare notevolmente le loro capacità di approvvigionamento alimentare a profondità sempre maggiori attraverso una riduzione dell'apertura alare, l'allargamento delle ossa dell'ala e un aumento della massa corporea. 

Caratteristiche  pagate però dai pinguini con una progressiva inefficienza di volo, fino alla perdita completa di questa capacità.

 

 

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