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Notizia del 15/12/2011

L'esame salva cuore

 

Potrebbe bastare un esame che permette di svelare la presenza di mutazioni genetiche nel DNA a mettere in evidenza particolari rischi cardiovascolari.

Un recente studio italiano coordinato da Andrea Mezzetti, Direttore del Centro di Ricerca Clinica dell’Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara, ha  consentito, infatti, di individuare come la presenza di particolari molecole, i microRNA, si correli al rischio che una placca presente sulla parete di un’arteria possa “rompersi”, provocando l’occlusione del vaso e quindi l’ictus.

Queste ricerche si inseriscono all'interno di più ampi studi che si propongono di facilitare la diagnosi delle dislipidemie (presenza di elevate concentrazioni di lipidi nel sangue) genetiche, di cui si calcola soffrano in Italia circa un milione, un milione e mezzo, di persone. Fra le forme più frequenti vi è l’ipercolesterolemia familiare.  Questa e altre forme di dislipidemia familiare sono largamente sotto diagnosticate in Italia. L'obiettivo è  dunque di identificare  la presenza di mutazioni genetiche nel DNA. 

Oltre che consentire di identificare gruppi di popolazioni a rischio e di riconoscere i difetti genetici che sono alla base delle alterazioni del profilo lipidico, i dati raccolti in questi esami permetteranno di creare un registro di queste malattie. 

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