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Notizia del 10/11/2004

L'attività fisica nella mezza età fa ancora più bene del previsto

Un'attività fisica, anche non intensa, a cinquanta o sessanta anni garantisce una notevole riduzione del rischio di morte più in là nel tempo. Un'informazione, quella che emerge da una ricerca condotta dall'Università del Michigan, tutto sommato già nota e che molti medici trasmettono abitualmente ai loro assistiti.

Ciò che salta fuori da questo nuovo studio, pubblicato sulla rivista Medicine and Science in Sports and Exercise, è la reale entità dei vantaggi di un po' di movimento, e chi ne riceverà i maggiori benefici.

"Abbiamo trovato - dice Caroline Richardson, a capo dello studio - che l'attività fisica è utile a tutti, ma a trarne maggiore vantaggio sono proprio gli individui a rischio (diabetici, ipertesi e così via)".

Analizzando 9,611 persone, i ricercatori americani hanno visto infatti che, in quelli portatori di un qualche fattore di rischio cardiovascolare, la riduzione del rischio di morte era quasi della metà.

Eppure sono proprio le persone a rischio quelle più sedentarie. Lo studio, infatti, mostra che gli ipertesi, gli ipercolesterolemici e gli appartenenti alle altre categorie di rischio sono quelli che passano più tempo in poltrona, forse per paura di stressare il loro sistema cardiovascolare. Un concetto che va modificato al più presto, naturalmente sempre dietro il consiglio di un medico.