Diabete tipo 2: i benefici dell'attività fisica
Mentre continuano le ricerche sui farmaci e sulle terapie geniche per combattere il diabete di tipo 2, potrebbe già esserci un mezzo alla portata di tutti: l'attività fisica. E' quanto emerge da una ricerca condotta dall'Università Johns Hopkins e pubblicata sulla rivista Journal of American Medical Association.
Il diabete tipo 2 (differente da quello chiamato "giovanile") è una malattia che sta aumentando in tutto il mondo occidentale, probabilmente a causa dell'alimentazione e, appunto, della scarsa attività fisica. Le sue conseguenze sono gravi: un aumento del rischio di malattie cardiovascolari che va da due a quattro volte rispetto ai non portatori di questa patologia.
Kerry Stewart ed i suoi collaboratori hanno esaminato una serie di studi scientifici, realizzati tra il 1985 ed il 2002, tutti relativi all'esercizio fisico ed ai suoi effetti sulla salute. Analizzando i dati delle persone con diabete di tipo 2, i ricercatori americani hanno trovato un netto miglioramento nella funzione cardiaca e nelle condizioni delle pareti interne dei vasi (proprio le strutture maggiormente esposte ai danni derivati dalla malattia). Certo, c'è da considerare anche la possibilità che l'attività fisica possa provocare indurimento dei vasi sanguigni e processi infiammatori, condizioni che predispongono alle malattie cardiovascolari, ma secondo Stewart le evidenze in questo campo sono piuttosto deboli.
"Si parla tanto - dice il ricercatore - di metodi genetici per trattare il diabete. Ma la terapia genica non è ancora disponibile, mentre la palestra lo è di sicuro".
I risultati di questa analisi vanno a rafforzare l'atteggiamento già assunto dall'American College of Sports Medicine, che raccomanda ai pazienti colpiti da diabete tipo 2 un'attività fisica composta da esercizi aerobici della durata di 45 minuti per tre volte alla settimana e sollevamento di pesi leggeri per due volte a settimana. Il tutto, naturalmente, con il dovuto appoggio del proprio medico curante.