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Notizia del 14/01/2009

Il satellite FERMI scopre dodici nuove pulsar

FERMI, il satellite realizzato dalla NASA con un contributo italiano di assoluto rilievo, coordinato e finanziato dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in collaborazione con Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), ha scoperto 12 nuove pulsar che emettono solo radiazione di alta energia. Inoltre ha rivelato raggi gamma da altre 18 pulsar già note in precedenza. La maggior parte di esse sono state scoperte grazie all’emissione di impulsi radio, che si pensa sia causata da raggi molto focalizzati, emanati dai poli magnetici della stella. Se, però, i poli magnetici e l’asse di rotazione della stella non sono esattamente allineati, i raggi emessi dalla pulsar rotante “spazzano” il cielo, e i radiotelescopi a Terra riescono a rilevare un segnale solo se almeno uno di quei raggi è diretto verso di noi. Inoltre le emissioni radio, per quanto facili da rilevare, rappresentano solo una parte infinitesima dell’energia totale di una pulsar. Al contrario i raggi gamma rappresentano il dieci per cento o più. Per quarant’anni, le emissioni radio sono state la base della nostra comprensione delle pulsar.

Ora, grazie a FERMI, i ricercatori hanno a disposizione un’altra fonte di informazioni sul comportamento di questi oggetti. La vera novità di questa ricerca non è solo il numero delle classiche pulsar radio rivelate nella radiazione gamma, che con questa ricerca passano da 5 a 17, o la comparsa di una mezza dozzina di pulsar radio velocissime, mai viste prima d’ora. Più importante ancora è la scoperta di numerose pulsar senza emissione radio. Sono sorelle, o cugine, di quella Geminga scoperta 30 anni fa e che si rivela essere la capostipite di una numerosa famiglia di stelle di neutroni finora sconosciute. FERMI ha anche osservato impulsi gamma dalle cosiddette “pulsar al millisecondo”, così chiamate perché ruotano da 100 a 1000 volte al secondo accoppiate a una stella normale. La materia stellare sottratta all’altra stella è in grado di accelerare la pulsar, fino al punto che la sua superficie si muove a una frazione significativa della velocità della luce.

Per la comunità scientifica italiana, questi risultati vanno ad aggiungersi a quelli già ottenuti grazie ad AGILE, il satellite tutto italiano per l’astronomia gamma (nato da una collaborazione tra ASI, INAF e INFN) che dal suo lancio, nell’aprile 2007, sta raccogliendo fondamentali informazioni sulle sorgenti gamma dell’Universo.

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