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Notizia del 30/11/2009

Dal vetro alla plastica: evoluzione per le fibre ottiche

Il Politecnico di Milano ha ottenuto un brevetto tutto italiano per la produzione di fibre ottiche di plastica (Pof). L'idea, sviluppata nell'ambito del progetto europeo Polycon per sviluppare nuovi sistemi per la trasmissione interamente ottica dei dati, è nata a partire dalle conoscenze acquisite dalla ricerca di base sui semiconduttori organici.

Oggi la trasmissione dei dati in Internet si basa su un network di fibre ottiche in vetro, sistema che si rivela troppo fragile e costoso per essere utilizzato in reti locali e su piccole distanze come le connessioni domestiche, ossia nel cosiddetto "ultimo miglio", dove le fibre ottiche in vetro coesistono con le reti in rame. Le fibre ottiche in plastica invece, che hanno una maggiore dissipazione rispetto alle fibre ottiche tradizionali, ma sono meno costose e più facili da installare, potrebbero essere più adatte per essere utlizzate nelle brevi distanze delle reti locali (LAN - Local Area Network) di ospedali, strutture pubbliche, autobus e automobili.

Le fibre in plastica ottenute in Italia sono in grado di processare il segnale ottico ad altissima frequenza, fino a 1 GB/secondo per 100 metri (con la possibilita' di estendere questo valore fino al Terabite). Inoltre, con l'aggiunta di un particolare commutatore ottico, all'interno della fibra in plastica, è possibile "accendere e spegnere" il segnale ottico: i segnali provenienti da flussi di dati diversi vengono frazionati in segmenti ottici di brevissima durata, per essere poi trasportati in fila sulla stessa fibra. Arrivati a destinazione, l'interruttore ottico ultraveloce li risepara, indirizzandoli a linee secondarie diverse: questo aumenta la banda di trasmissione e permette di gestire più utenti.

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