Dossier

Collezioni scientifiche universitarie: Torino come esempio

Collezioni scientifiche universitarie: Torino come esempio

Oltre ai "cervelli" di allievi e professori, le Università italiane possiedono un altro patrimonio di valore inestimabile: le collezioni di beni scientifici accumulate nel corso dei secoli.

Questo dossier fa parte di una rassegna di progetti innovativi in cui sono impegnati centri di ricerca, sviluppo e formazione avanzata dell'area torinese.

fantasma cervello Oltre ai “cervelli” di allievi e professori, le Università italiane possiedono un altro patrimonio di valore inestimabile: le collezioni di beni scientifici accumulate nel corso dei secoli da studiosi che, operando in campi diversi della ricerca e della didattica, hanno fornito contributi spesso di rilevanza internazionale. Torino è la capofila: le sue collezioni universitarie (Musei e Collezioni scientifiche dell'Università di Torino) sono tra le più ricche in Italia e nel mondo. E sono anche tra le meglio tutelate e valorizzate.

Già nel 1991, con un accordo “pionieristico” per il Paese, l’Ateneo torinese decise di affidare al Museo regionale di scienze naturali di Torino le proprie collezioni di zoologia, anatomia comparata, mineralogia, geologia e paleontologia, al fine di assicurarne la gestione ottimale. Un impegno divenuto ancora più consistente nel 1999, quando la Conferenza dei rettori delle Università italiane, conscia dell’importanza del patrimonio museale conservato nelle diverse sedi, invitò gli Atenei a promuovere progetti per una sua migliore amministrazione. Due anni più tardi una convenzione con la Regione Piemonte sanciva la nascita del «Museo dell’uomo», che avrebbe dovuto riunire al Palazzo degli Istituti anatomici al Valentino palazzo istituti anatomici tutte le collezioni universitarie relative alle scienze dell’uomo, e cioè: il Museo di anatomia umana, il Museo di antropologia criminale e il Museo di antropologia ed etnografia.

La creazione del nuovo polo museale, inaugurato lo scorso 12 febbraio 2007 con l’apertura al pubblico del Museo di anatomia umana "Luigi Rolando" e del “sopraggiunto” Museo della Frutta di Torino (a cui seguiranno a breve gli altri), testimonia l’importanza delle sinergie tra Ateneo, enti pubblici e fondazioni private. L’ambizioso progetto si è infatti concretizzato grazie al sostegno congiunto del Ministero dell’Università e della ricerca (Mur), della Regione Piemonte, della Provincia e della Città di Torino, del Provveditorato regionale alle opere pubbliche, con la collaborazione dei principali Enti di tutela (Soprintendenza per i Beni architettonici e per il paesaggio, Soprintendenza per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico, Soprintendenza archivistica e Soprintendenza ai Beni librari).

I risultati raggiunti spiegano perché gli esperti in gestione dei beni culturali citino spesso il «modello Piemonte» come un punto di riferimento nazionale, che ad oggi non ha pari in altre Regioni.

Suggerimenti