Dossier

L'Istituto di Medicina Legale di Torino: Storia e Attualità

Cenni storici

L’angustia dei locali del Laboratorio di Medicina Legale e di Psichiatria Sperimentale venne superata con la costruzione dei nuovi Istituti Scientifici a ridosso del Parco del Valentino. L’Istituto di Medicina Legale occupava una parte dell’edificio destinato ad ospitare anche l’Anatomia Umana e l’Anatomia Patologica; trasferitovi nel 1897, i suoi locali comprendevano una parte dell’edificio su via Michelangelo, da cui si accedeva all’Istituto vero e proprio, e una parte su via Pietro Giuria, da cui si aveva l’ingresso per gli studenti; in parte opposta dell’edificio, con ingresso da via Donizetti, vi era il servizio per i cadaveri.

Museo Anatomia Umana sede '800Le stanze erano disposte al pianterreno (di cui una parte importante era occupata dal Museo di Antropologia Criminale), al primo piano e nel seminterrato. L’Istituto di Medicina Legale e il servizio per i cadaveri erano separati fra di loro dall’Istituto di Anatomia Patologica, con il quale erano condivisi a piano terreno l’aula per l’insegnamento e i corridoi di comunicazione fra Istituto e deposito dei cadaveri. Il trasloco dell’Istituto di Anatomia Patologica ad altra sede nel 1936 venne a creare una situazione di estremo disagio per l’Istituto di Medicina Legale: i locali lasciati vuoti vennero assegnati alla Facoltà di Agraria ma alcuni professori si opposero recisamente a mantenere il diritto di passaggio al piano terreno, consentendo solamente il transito nei sotterranei.

Oltre alle sopravvenute difficoltà logistiche, incominciavano ad aversi problemi di spazio per le collezioni della biblioteca e del museo, che nel tempo erano andate arricchendosi. E anche i locali per i cadaveri soffrivano di carenza di spazio per l’aumentato numero di corpi ivi trasportato.

Era quindi necessario pensare ad una nuova sistemazione e questo fu il primo, e tenacemente perseguito, obiettivo di Ruggero Romanese, che nel 1933 successe come Direttore al Maestro Mario Carrara. Nel 1938 il Comune di Torino concesse un piccolo appezzamento di terreno per la costruzione dell’obitorio municipale e del nuovo Istituto di Medicina Legale; i lavori iniziarono nel 1941, su progetto dell’architetto Vittorio Eugenio Ballatore di Rosana e sotto il vigile controllo dello stesso Romanese, che ne curò personalmente i dettagli, disponendo i servizi in modo funzionale e con particolare attenzione a che nessuno spazio andasse sprecato.

La maggior parte del pianterreno e buona parte di quello interrato erano dedicati al servizio di obitorio, con ingresso indipendente su via Chiabrera, sale di autopsia, deposito per i cadaveri, luogo di accoglienza per i congiunti dei defunti, sala per l’esposizione dei cadaveri, stanza per i magistrati, angolo per il riconoscimento; il Romanese - testo di medicina legaleprimo piano era riservato all’Istituto di Medicina Legale, con stanze di lavoro, biblioteca, aula per le lezioni, laboratori e strumenti.  Il secondo piano era stato studiato per il museo, di cui occupava la gran parte, insieme ad un piccolo alloggio per il medico di guardia e ad una stanza per le esercitazioni degli studenti. Al piano terreno era anche stata prevista una sala per le visite mediche e due alloggi per i custodi, di modo che fosse sempre garantita la copertura del servizio obitoriale alla cittadinanza. Il periodo bellico ne ritardò il completamento e solo nella seconda metà del 1947 fu possibile il tanto atteso trasloco.

L’organizzazione del nuovo Istituto venne presentata con orgoglio e commozione da Romanese nella giornata inaugurale del 25 settembre 1948, alla presenza dell’allora Rettore Mario Allara, delle più alte Autorità della Magistratura torinese, del Sindaco di Torino e della maggior parte dei titolari delle Cattedre di Medicina Legale di tutta Italia. Per l’occasione era stata ripresa, sotto l’egida dell’Associazione Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni, la tradizione delle “giornate medico legali”, con un incontro dedicato ai problemi della delinquenza minorile. Fu Romanese stesso che dopo il discorso di benvenuto (nel quale comunicò anche il dono dello studio del Maestro fatto all’Istituto dagli eredi Lombroso, trasferito da via Legnano 26 e ricostruito fedelmente in una stanza del museo), accompagnò i presenti nella visita dei nuovi locali. La nuova sede e la completa attrezzatura, bibliografica e di strumentazione, rendevano l’Istituto uno dei migliori d’Italia.

Nel tempo l’Istituto ha subìto alcuni rimaneggiamenti in relazione a nuove esigenze, ma ha conservato la sua funzionalità grazie alla lungimiranza di Romanese. Negli anni Sessanta alcune stanze del Museo divennero sede dell’Istituto di Antropologia Criminale e in seguito del Laboratorio di Tossicologia Forense. Negli anni Ottanta l’Istituto acquisì, fra i primi in Italia, un microscopio elettronico a scansione accoppiato a sistema di microanalisi che consentì l’inizio delle ricerche in ambito di microtracce in traumatologia medico legale e residui dello sparo.

Suggerimenti