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Le nanotecnologie in Italia: aggiornamento da Nanoforum

Bilancio positivo dal fronte della ricerca italiana sulle nanotecnologie in mostra a Milano.

Nanotecnologie per la terapia medica La terza edizione di Nanoforum, tenutasi a Milano il 18 e 19 settembre, si è conclusa con un bilancio positivo, sia per i numeri (oltre 800 iscritti, 100 relatori, 60 aziende, 8000 visite al sito web www.nanoforum.it nel solo mese di settembre) che per i progressi dell'Italia in questo settore negli ultimi cinque anni.

A tal proposito Carlo Bottani, esperto di nanotecnologie del Politecnico di Milano, afferma:”sono più ottimista di quanto ho detto anni fa, anche se siamo partiti in ritardo, ora c’è molta più sensibilità, anche se i venture capitalist in Italia devono aumentare per permettere alle piccole realtà di decollare”. Ma in quali settori eccelliamo? Carlo Bottani ci spiega che “l’Italia è forte in quasi tutti i settori che potrebbero essere cruciali per le nanotecnologie, tra cui le applicazioni biomediche, l’elettronica e l'elettrochimica. Ci sono grandi aziende, ma anche piccole e medie imprese che iniziano ad affacciarsi in questo settore, dove a volte l’obiettivo è raggiungibile a breve termine”. Testimonianza di questo interesse l’aumento del 300% in tre anni del numero di imprese nanotecnologiche: erano circa 20 nel 2002, sono salite ad oltre 60 nel 2005, di cui il 30% è costituito da grandi imprese e il 70% da piccole e medie imprese.

A rappresentare la realtà piemontese il Progetto Nanomat (approfondisci con il dossier), che raccoglie cinque centri di ricerca, il NIS, Centro di eccellenza ‘Superfici ed Interfasi Nanostrutturate’; il Centro Nano-SiSTeMI dell’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro; il DISMIC, Dipartimento di Scienza dei Materiali e Ingegneria Chimica del Politecnico di Torino; l’ISTEC, l’Istituto di Scienza e Tecnologia dei Materiali Ceramici del CNR e l'INRIM (Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica), il Centro Ricerche FIAT e 4 imprese selezionate che lavorano in collaborazione con i centri di ricerca (Nimbus, Cyanine, Adamantio e Wolfracarb).

Tra gli altri distretti tecnologici italiani erano presenti Veneto Nanotech (2003, nanomateriali), il Centro per la Biomedicina Molecolare (CBM) in Friuli Venezia Giulia, il distretto sui Materiali Polimerici e Compositi (IMAST) in Campania e quello su nanoscienze, bioscienze e infoscienze (Dhitech) in Puglia.

Una delle formule di successo di Nanoforum sono stati gli incontri “one-to-one” (oltre 50) tra imprese italiane e straniere (principalmente provenienti da USA, Singapore, Brasile, Russia), terreno fertile per la creazione di partnership. Uno strumento cruciale in un settore a così rapida evoluzione in cui il problema principale, come ribadito da molti relatori durante il convegno, è proprio quello di favorire la circolazione della conoscenza sulla ricerca, sulla evoluzione delle applicazione e sui luoghi dove le nanotecnologie si sviluppano. Secondo punto cruciale, il coordinamento a livello nazionale dei finanziamenti e della ricerca, per cui il sistema piemontese Nanomat rappresenta un caso d’eccelenza, seppur giovane.

Durante il convegno è stato presentato il Secondo Censimento Italiano delle Nanotecnologie, a cura di Elvio Mantovani e Andrea Porcari di AIRI/Nanotech, a tre anni dal Primo Censimento (2004).

Il censimento ha riguardato 169 organizzazioni e strutture attive nel settore delle nanotecnologie, di cui il 60% nella ricerca pubblica e il 40% nell’impresa privata. Il 70% delle imprese è localizzata nel Centro e nel Nord Italia.

In questi centri operano circa 4300 persone che si occupano direttamente di ricerca e sviluppo. Nei tre anni dal primo censimento c’è stata un’impennata delle assunzioni nel settore privato, mentre spetta ancora al settore pubblico il primato sulle pubblicazioni in riviste internazionali peer review (95% delle circa 7000 pubblicate tra il 2002 e il 2005). Le ricerche hanno portato, nel medesimo periodo, alla registrazione di 314 brevetti internazionali, con una prevalenza modesta dell’industria.

Per quanto riguarda i settori specifici, in ordine di importanza numerica: nuovi materiali, conservazione dei dati, biomedicina, ricerca di base, documentazione, elettrochimica, energia e altri settori meno rappresentati. Per quanto riguarda i prodotti, abbiamo soprattutto componenti nanoelettronici per l’elettronica, dispositivi ottici nanometrici, tecnologia per il trattamento di superfici (es. ceramica, tessile), nanodiagnostica in medicina, nanoparticelle e nanoemulsioni, nanosensori e nanomaterial fotocatalitici.

L’appuntamento è per il prossimo anno, per verificare se le nuove politiche di sviluppo del settore saranno in grado di dare la spinta necessaria a renderere le nostre aziende e i nostri centri di ricerca in grado di competere con il mercato internazionale.

Altri approfondimenti:

- DNA e Nanotecnolgie

- La rivoluzione delle Nanotecnologie

(Fonti dei dati in questo articolo: comunicazioni orali a Nanoforum, volume “Second Italian Nanotechnology Census” reperibile in forma integrale all'indirizzo http://www.nanotec.it/censimento_2005/Censimento_2005.htm)

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