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La B-Sindrome

Un virus informatico che forse non è solo un virus informatico. Una strana, inquietante, fatale sindrome che trova un terreno fertile nei bisogni più profondi dell'uomo. A patto di crederci.

“L’ultimo Diario” di Jacopo Kortis è ormai un classico della letteratura italiana di fine XXI secolo ma è anche documento storico di eccezionale importanza nella criminologia contemporanea, in medicina e in virologia virtuale. Kortis è diventato celebre come scrittore dopo la sua morte per la cronistoria della Butrus sindrome, il morbo devastante che ha provocato tra il 2070 e il 2095 quasi duecentomila vittime e danni incalcolabili. Riportiamo in questo opuscolo i passi più significativi del Diario e la mirabile e profonda analisi critica di Frederik Bucalossi.

L'ultimo Diario di Jacopo Kortis - brani scelti

Giovedì 3 gennaio 2075

Mi sento solo e abbandonato da tutti, consegno i miei pensieri al Diario, qualcuno forse lo leggerà e si renderà conto della mia disperazione. E poi lo scrivere a mano mi aiuta a ricordare e collocare gli eventi nella giusta prospettiva. Le mie disavventure sono iniziate a Courmayeur quando, sciando, sono caduto e mi sono fatto male al ginocchio.

La Monica mi ha consigliato un ciclo di cure ad Abano Terme ma dopo un paio di giorni già mi annoiavo e ho cercato Rodolfo sul chiroder. Non l’avevo più visto da quando abbiamo lasciato la Kuanta, io mi sono stabilito a Verona, lui si è invaghito di Lucia, una triestina, ed è andato a vivere a Padova dove ha trovato lavoro presso la Jupiter. Fino ad un anno fa mi telefonava regolarmente per avere notizie e qualche consiglio ma negli ultimi mesi non si era più fatto vivo e ho pensato che avesse problemi con la famiglia o con il lavoro.

Il mio chiroder è vetusto, per comunicare schiaccio un anello verde al dito mignolo della mano sinistra, sento un lieve ma sgradevole formicolio e la pelle del palmo della mano si stira e sbianca trasformandosi in un minischermo. L’audio viene invece trasmesso direttamente da neosinth sottocutanei fino a un phonoder impiantato nell’orecchio interno. Il chiroder capisce la voce umana, la tastiera è inutile. Basta sussurrare la password o schiacciare l’anello e la mano ritorna allo stato normale. Puntando l’indice destro verso il webeye si stabilisce un collegamento tra chiroder e un computer qualsiasi collegato alla Rete. Ho rifiutato la survision, quel derivato oggi di moda della protesi visiva per non vedenti che collega il nervo ottico alla Rete e porta la grafica direttamente al cervello. Capisco bene le necessità dei non vedenti, se fossi cieco non esisterei a farlo, ma l’idea di farmi scoperchiare il cranio e piantare spilli nel nervo ottico mi terrorizza. Quando mi hanno installato il phonoder mi è venuto un mal di testa terribile e per una settimana ho sentito rumori e voci strane ma ormai non potevo più tornare indietro e me lo sono tenuto, in fondo è utile. In ufficio ridono e mi pigliano in giro per questa mia mania di star seduto come uno scemo davanti a uno schermo antidiluviano ma non do loro retta, sono faccende mie.

Ne discuto invece con Tranetti, lui è un puro per non dire fanatico, e mi considera un peccatore contro natura, se ho sofferto per l’impianto del phonoder mi sta bene, per lui è il castigo di Dio ed è convinto che le nuove trappole bioelettroniche nuocciano alla salute. Tranetti è coerente e continua lavorare con un vetusto portatile che non arriva a 40 Terabytes di RAM, se potesse tornerebbe alla Regminton, un'anticaglia che costa ormai un occhio della testa ma contento lui contenti tutti. E’ merito suo tuttavia se ho imparato a scrivere su carta con la penna, è un esercizio che sviluppa la muscolatura del braccio e della mano, fa bene alla salute e mi aiuta a dimenticare il chiroder.

In Rete ho ritrovato il recapito di Rodolfo, abita in una strada periferica di Padova nei pressi della Jupiter. Gli ho telefonato e mi ha risposto Lucia, a quanto pare Rodolfo non sta bene, al momento riposava e non voleva svegliarlo. Ho ritentato il giorno dopo ma dal modo con cui mi ha risposto Lucia ho avuto la netta impressione che Rodolfo abbia problemi di salute piuttosto seri e non ho insistito. Peccato, alla Kuanta avevamo lavorato insieme al progetto Betelgeuse e l’avrei rivisto volentieri ma ormai ho terminato il ciclo di cure termali, ho ripreso a camminare normalmente e domani torno a Verona.

Venerdì 8 marzo 2075

Ho appreso da Fabrizio che Rodolfo è morto la settimana scorsa in una clinica di Treviso, la Mercure. La notizia, del tutto inattesa, mi ha profondamente addolorato. Ho chiamato quelli della Mercure e ho appreso che è una clinica specializzata nella cura di disturbi cerebrali, primariamente la sindrome di Toutatis, venti anni fa il loro cavallo di battaglia era invece il morbo di Parkinson che oggi si tratta in ambulatorio con una semplice iniezione di delta-staminali. Quelli della Mercure hanno confermato il decesso di Rodolfo ma, per la legge sulla privacy non hanno voluto mettermi al corrente dei dettagli clinici. Per delicatezza o forse perché sono timido non ho osato telefonare a Lucia.

Mercoledì 15 maggio 2075

Mi ha contattato Salini della Kuanta per una consulenza su di una classe di zeoliti ermeneutiche usate nella sintesi dei neosinth bovini, fiore all’occhiello della Kuanta. Si ricorda benissimo di Rodolfo, erano grandi amici, e ha vuotato il sacco con me, sapeva tutto sulla sua fine atroce. A quanto pare Rodolfo, persona fino a quel momento normalissima, ha cambiato improvvisamente carattere ed è caduto preda di crisi mistiche e visioni ricorrenti in cui entrava nel Surhan, un paradiso mitico dove discuteva di filosofia e religione con il profeta Butrus, a sentirlo l’essenza della saggezza. Le crisi si sono fatte sempre più frequenti, quando Rodolfo usciva infine dal delirio si guardava attorno, riconosceva moglie e amici e scoppiava in pianto disperato. A poco a poco si è rinchiuso in Surhan, ha rifiutato il cibo e alla fine è morto in clinica per anoressia e arresto cardiaco e con un sorriso ebete sul viso. I clinici escludono la schizofrenia, ormai perfettamente controllabile con il Perphenon, i sintomi erano in ogni caso ben diversi. I medici hanno chiesto alla famiglia il permesso per eseguire l’autopsia ma la moglie si è rifiutata e lo ha fatto cremare, l’inchiesta si è arenata e non riusciremo mai a sapere di cosa è morto. Poveretto, mi mancherà.

Giovedì 18 luglio 2075

Dagli USA arriva la notizia di un caso molto simile a quello di Rodolfo e riguardante John Grusher il sindaco di Fresno in California. La malattia di Grusher è stata diagnosticata in ritardo, i primi a rendersi conto che qualcosa non andava sono stati i suoi collaboratori presi alla sprovvista da una serie di decisioni folli e avventate che hanno gravato pesantemente sul bilancio cittadino e distrutto la popolarità dei democratici. Secondo i giornali Grusher è caduto preda di visioni mistiche che, a leggere, ricalcano fedelmente quelle di Rodolfo. All’inizio non ho fatto caso alla coincidenza ma il caso Grusher ha continuato ad interessare gli specialisti. Preso dalla curiosità ho cercato sul web i dettagli della vicenda ma con il senno di poi rimpiango quella decisione sciagurata che mi ha gettato nello sconforto e nella disperazione. Ho trovato un filmato in cui Grusher ha replicato ai critici sbalorditi citando gli ordini ricevuti da un profeta: Butrus, il sentire questo nome mi ha gelato il sangue e gettato nel terrore più abietto. Rodolfo e Grusher vivevano migliaia di chilometri di distanza ma ambedue sono stati distrutti da un morbo terribile e da un personaggio virtuale. Virtuale? Alla morte di Grusher è stata eseguita l’autopsia che ha rivelato una atrofia irreversibile dei nervi ottici e auditivi, alla fine il sindaco era cieco e sordo o meglio vedeva e sentiva solamente il suo idolo, il maledetto Butrus.

Venerdì 19 luglio 2075

Ho chiamato Salini e l’ho messo al corrente della mia scoperta. Non mi voleva credere, mi ha preso per matto ma dopo avere consultato lui stesso il sito mi ha dato ragione. La notizia è poi rimbalzata da Salini a quelli della Mercure che mi hanno immediatamente chiamato e pregato di mantenere il silenzio assoluto su quanto avevo scoperto. Ho avuto l’impressione che fossero già al corrente di tutto. Secondo me sospettano che i casi Rodolfo e Grusher non siano isolati e temono una ondata di panico, forse nascondono eventi di gravità estrema. Finora il caso Rodolfo non aveva fatto notizia in America, chi poteva mai interessarsi in California alla morte di un dirigente di una piccola azienda padovana? Ma appena i giornalisti si renderanno conto della coincidenza comincerà la danza delle congetture più strampalate, sono degli irresponsabili, la loro vocazione è quella di gridare al lupo per accontentare i politici demagoghi e farsi pubblicità. Li odio, ho deciso di non leggere più i giornali.

Venerdì 27 settembre 2075

Ormai vivo nel terrore, debbo scrivere qualcosa altrimenti impazzisco e ho urgente bisogno di aiuto. Le vittime del morbo sono ormai migliaia, il silenzio è inutile, tutti ne parlano, la paura è palpabile. Lo scenario è sempre lo stesso: uno spirito malvagio assume il controllo della mente di poveracci, li irretisce e li plagia, li illude e li uccide spietatamente nel giro di pochi mesi. Nessuno sa quale sia la causa di questa orribile malattia, la chiamano Butrus sindrome, ormai è chiaro dalle statistiche che colpisce soprattutto chi lavora con i computer. Accanto a Butrus appare a volte una donna straordinaria, Shoshana, in antico ebraico Shoshana era il nome di un fiore, forse la rosa, da cui deriva Susanna. Come il suo compagno profeta anche Shoshana è apparsa a gente diversa in paesi molto distanti tra di loro, non parla ma si dice che basti la sua presenza per diffondere un’aura di pace. Chi l’ha vista non vuol fornire dettagli e in ogni caso se l’ha vista vuol dire che è già condannato. I prescelti dalla sventura lo sanno, se escono dalla visione cadono in una profonda crisi depressiva e bramano il ritorno a Surhan, il mondo in cui hanno trovato la felicità e in cui dimenticano le brutture del mondo reale, la coppia B&S è diventata di fatto un droga micidiale, la prima droga virtuale. Come potremo difenderci?

Martedì 1 ottobre 2075

Quelli del CTO mi hanno sottoposto ad un esame ortopedico, il ginocchio va bene ma il primario Manueli mi ha trovato dimagrito e sotto peso forma e mi ha consigliato un controllo specialistico. Non mi è piaciuto il tono con cui l’ha detto e come mi guardava, secondo me mi piglia per matto ma anche lui nasconde qualcosa e se ne lava le mani mandandomi da un collega. Non mi fido più di lui e neppure della Monica.

Tornato a casa ho telefonato a Ivana (la ragazza del Kortis, ndr), mi sentivo solo e avevo un bisogno disperato di parlare con qualcuno e non l’avevo più vista da quando era andata in vacanza alle Baleari. Ivana si è resa conto del mio nervosismo e si è scusata ma proprio non c’e la faceva a venire, a quanto dice deve stare con sua madre che è a letto con la febbre alta. Per distrarmi mi sono sdraiato sul letto, e ho letto le ultime notizie dal sito della Omero, molto deprimenti. Nella sola Silicon Valley Butrus ha già colpito a morte quasi un centinaio di poveretti, tra cui moltissimi tecnici della Chirodash ma chissà quanti stanno agonizzando altrove e non se ne parla, solo la Silicon Valley fa notizia, negli USA non sanno neppure dove è Padova.

La OMS tenta di arginare il panico con i pannicelli caldi ma ci vuole altro. Jean Albert Avian, il Presidente USA neoeletto con la reputazione di un duro di destra, tanto per darsi un contegno ha dato ordine alla NHO di aprire immediatamente una inchiesta su vasta scala ed ha assegnato all’uopo fondi straordinari, ma basterà tutto questo? Questi politici sono un branco di idioti.

Venerdì 4 ottobre 2075

Un coacervo di sette religiose tra cui i soliti pinkies sono usciti allo scoperto con un duro comunicato che pone sotto accusa la bioelettronica, a dire il vero li ho sempre considerati gentaglia che odia la scienza e la tecnologia e non perde occasione per parlarne male. Eppure comincio a sospettare che ci sia qualcosa di vero in quello che dicono, non si spiegherebbe altrimenti come mai la sindrome colpisca di preferenza certe professioni, specie intellettuali e di alta tecnologia. L’inchiesta della OMS sulla Butrus sindrome stenta a decollare e la cosa non dovrebbe stupire, le vittime non parlano, all’apparenza sembrano desiderose di aiuto e vogliono collaborare ma in pratica danno risposte evasive a chi le assiste e vorrebbe andar loro incontro. Dalla descrizione i sintomi sembrano proprio quelli di una droga che crea paradisi virtuali, quando si tenta di arrivare al nocciolo quelli staccano e si ritirano nel loro Surhan. Man mano che il male progredisce le vittime tagliano i ponti con la realtà e non si fidano più di nessuno ad eccezione di Butrus e Shoshana. Mi irrita e offende il fatto che le autorità prendano sottogamba il dilagare della sindrome e che la gente non reagisca davanti al pericolo, quelli della Mercuri temevano una ondata di panico collettivo ma secondo me la loro è nient’altro che negligenza colpevole o peggio ancora un complotto abietto.

Martedì 10 dicembre 2075

Sono disperato: Ivana mi ha lasciato l’altro ieri per mettersi con Giorgio, quel gaglioffo, non resisto più alla solitudine, ho pensato al suicidio ma per fortuna Salini mi ha chiamato e suggerito di consultare il sito di Pietro, un pinkies con cui si è consultato più volte negli ultimi tempi e di cui si fida e che, secondo lui, fa proprio al caso mio. Nel sito indicato ho trovato il “Pensaci!” una summa del pensiero di Pietro e mi sono reso conto che aveva davvero qualcosa di utile e importante da dirmi. L’ho contattato al chiroder usando la password riservata datami da Salini ed è apparso subito sullo schermo, in poche parole si è dimostrato subito personaggio straordinario e degno di fiducia, inoltre non è venale: non mi ha assolutamente chiesto soldi o favori personali. Non so dove viva, non certo nella UPE, quando è apparso a me era seduto in uno studio dalla cui finestra si intravedeva un paesaggio tropicale. E’ un signore alto con capelli biondi e strani occhi verdi il cui taglio è chiaramente orientale, forse è un eurasiatico; veste con una tunica azzurra e parla con un’accento esotico che non sono riuscito ad identificare, sembra russo. Mi ha consigliato la meditazione, la lettura attenta delle opere del Mahatma Gandhi e mi ha assegnato un mantra ermeneutico che, mi garantisce, aprirà i segreti più riposti e mi renderà la pace dell’anima. Ho recitato più volte il mantra: funziona davvero, prima di incontrare Pietro non credevo a queste cose ma adesso ho cambiato idea. Ringrazierò Salini per il consiglio.

Martedì 14 gennaio 2076

Ivana si è fatta viva questo pomeriggio per informarsi sulla mia salute ma l’ho mandata al diavolo, vorrebbe tornare da me ma ormai non mi fido più di lei, mi ha tradito con Giorgio, quel bastardo, non dovevo fidarmi neppure di lui. Quando Ivana se ne andata piangendo lacrime di coccodrillo mi sono sentito improvvisamente solo e sperduto nel nulla e ho chiamato Pietro, in poche parole mi ha salvato dalla disperazione, passerò una notte tranquilla recitando il mantra.

Lunedì 10 febbraio 2076

Salini è morto l’altro ieri, annientato anche lui dalla Butrus Sindrome. Ormai pare non ci sia più difesa contro il morbo. Ho chiesto consiglio a Pietro e mi ha rassicurato, secondo lui Salini non ha seguito i suoi consigli fino in fondo e si è dichiarato convinto che, nonostante quello che dicono i mass media, la malattia è guaribile, mi ha anzi consigliato un ciclo meditativo presso il suo ashram di Canaimo in Venezuela, un sito di straordinaria bellezza. Dalla descrizione sembra essere proprio quello su cui si affaccia la finestra del suo studio. Pietro ha uno charme irresistibile, mentre gli parlavo si è aperta la porta alle sue spalle e si affacciata una donna bellissima che per un attimo mi ha sorriso, poi ha chiuso la porta ed è scomparsa. La sognerò tutta la notte, la debbo rivedere: domani cerco un volo per Canaimo. Chi sarà mai la donna?

Nascita, diffusione e sconfitta della B-Sindrome di Frederik Bucalossi

La Butrus sindrome è stata riconosciuta dalla OMS come epidemia planetaria all’inizio dell’anno 2075 quando aveva già mietuto circa 17000 vittime, a fine anno era già in atto un vasto programma di rilevamento statistico su di un campione di oltre mezzo miliardo di persone in un’area che includeva gli USA, la UPE e il sud-est asiatico. I sintomi sono ben noti ma converrà richiamarli succintamente. Il morbo ha colpito esclusivamente persone su cui sono stati impiantati i neosinth Xboy assemblati nel periodo 2046-2066 e ormai fuori produzione ma questa sua particolarità è stata rilevata solo alla fine del 2079 quando le vittime erano già salite a 43000. I primi sintomi della malattia sono uno stato acuto di depressione e l’insorgere di manie di persecuzione. L’ammalato perde la fiducia nei familiari, la sfiducia si estende a macchia d’olio e irreversibilmente a tutta la cerchia di persone da lui frequentata e infine a tutta la società. Per sopravvivere alla depressione il paziente sviluppa un attaccamento morboso al computer e alla Rete. A questo stadio segue un altro in cui appare, secondo un meccanismo non ancora ben noto, il Butrus consolatore. La vittima si fida ciecamente del profeta di cui cade subito preda, perde il contatto con la realtà, non è più autonoma, rifiuta il cibo e il suo stato di salute deteriora rapidamente. Il sorriso enigmatico di Shoshana, la enigmatica donna del Butrus è il punto di non ritorno, cessa ogni contatto con il mondo reale e dopo poche settimane sopraggiunge il decesso.

L’apparizione del Butrus a pazienti che vivevano in luoghi sparsi su tutto il globo e che parlavano lingue diverse è stata subito presentata dai ciarlatani e maghi di ogni risma come prova inconfutabile dell’esistenza di fenomeni paranormali. L’impatto sociale ma anche economico e politico della malattia è stato devastante, interi settori produttivi della società sono stati annientati dal terrore del Butrus.

Il Diario è stato scoperto nel 2076, anno della morte, nella abitazione di Kortis dalla sua ex convivente Ivana Fratesi, il documento descrive in dettaglio la progressione della malattia. La Fratesi, donna straordinaria, ha subito intuito l’importanza della scoperta e ne ha informato le autorità competenti e giustamente le è poi stato conferito il premio Gadatin per la donna dell’anno. Prima del ritrovamento del Diario si brancolava nel buio, chi veniva colpito dalla sindrome si rifiutava di comunicare ad altri qualsiasi dettaglio della sua esperienza personale. Il Kortis, grafomane compulsivo che usava ancora carta e matita, già questo indizio di anomalia mentale, ha continuato invece a scrivere fino a male inoltrato. Il Diario contiene in calligrafia quasi illeggibile indirizzi vari, password e dettagli sul modus operandi del suo mentore Pietro e il mistero ha cominciato a chiarirsi quando un esperto egiziano ci ha informati che Butrus è Pietro in lingua copta. Copie del Diario sono state inviate alle polizie di tutto il mondo ed esaminate da esperti, ha avuto così inizio la lunga e frustrante caccia al Butrus, un genio assassino che si è nascosto dietro una serie infinita di pseudonimi e che operava da una Rete di computer sparsi in tutto il mondo sovente all’insaputa degli stessi proprietari.

L’FBI l’ha infine scovato nel 2081 a New York in un magazzino del porto dove conviveva con Susanna Vilenkin, una russa bianca di Minsk. Il vero nome di Butrus è Peter Casagrande, cittadino canadese esperto di neosinth, nato nel 2040 e licenziato nel 2070 da una sussidiaria della Xboy per disturbi mentali e molestie sessuali. Ormai tutto è chiaro e non dobbiamo più ricorrere al paranormale. Sin dal 2072 il Peter ha sintetizzato un virus che si installa nei neosinth dei chiroder e della survision e li riprogramma. A poco a poco il virus induce una mutazione nei neosinth che escono fuori controllo, proliferano e si sostituiscono al sistema nervoso del paziente creando per lui la ormai ben nota realtà virtuale da cui non riesce più a staccarsi. Per nostra fortuna il Butrus ha commesso due errori: il Kortis detestava la survision, non l’ha installata e l’aggressore non ha potuto creare illusioni ottiche convincenti; inoltre ha scritto il Diario su carta usando una penna Matterhorn a inchiostro del 2010, una hobby ridicola ma sostanzialmente innocua per cui il Butrus non era programmato e che gli è stata fatale.

Il Casagrande era essere immondo e genio del male ma anche a sua volta vittima sventurata: deturpato da un grave incidente sul lavoro e umiliato dal licenziamento nutriva un odio viscerale per l’umanità, la sua donna era una psicopatica più volte ricoverata in clinica psichiatrica. Nessuna delle vittime li ha mai visti di persona, il Butrus e la Shoshana che apparivano nelle loro menti erano fantocci virtuali copiati da un vecchio fumetto di fantascienza di fine millennio e riversati in Rete, i due si sono identificati con personaggi gloriosi e sublimi per dimenticare la miseria di ogni giorno ma alla fine sono diventati schiavi delle loro stesse creature.

Purtroppo la coppia Peter & Susanna è sfuggita alla giustizia: un poliziotto padre di una vittima, si è vendicato e li ha colpiti a morte, in attesa del processo, durante un trasferimento alle famigerate Tombs di New York. Il duo diabolico non fa più paura a nessuno ma già altri vorrebbero emularli.

Secondo gli esperti neppure la nuova generazione di neosinth è immune da virus, gli psicologi preoccupati ripetono ossessivamente che è solo questione di tempo: altre menti folli tenteranno di sterminare l’umanità. Meglio sarebbe stato per noi se il duo diabolico fosse sopravissuto, l’avremmo analizzato a fondo e preso per tempo provvedimenti efficaci per evitare il ripetersi di attacchi del genere. Le polizie di tutto il mondo sono ora in allarme, l’immenso giro di affari che poggia sui neosinth rischia il collasso, l’economia mondiale sta per subire un contraccolpo mortale. Il Presidente Avian teme il ritorno del Butrus e le malelingue dicono che non dorma più di notte, per legge tutti coloro che detengono uffici pubblici debbono sottoporsi ora a controlli periodici anti-Butrus. Gli unici titoli che salgono in Borsa sono quelli delle cartiere e delle piccole aziende che ancora fabbricano matite e penne stilografiche, esplode il business degli schermi d’epoca e le cliniche specializzate nel rimuovere i neosinth fanno affari d’oro. Secondo la nota veggente e fascinosa star Piera Giada solo i pezzi da antiquariato sono “naturali“ o anche “biologici” e danno la sicurezza assoluta, forse non sarà vero ma già le Matterhorn 2004 con il pennino d’oro valgono cifre da capogiro. Ma almeno cominciamo a vedere la fine di questa triste storia.

Frederik Bucalossi

Postscriptum

Purtroppo per l’umanità Frederik Bucalossi si è illuso, la cattura e triste fine degli amanti diabolici Peter & Susanna ha fatto scoppiare il bubbone e ha rivelato la vera entità del disastro. Butrus e Shoshana sono più attivi che mai e vagano nel web alla caccia delle vittime predestinate, nessuno sa come localizzarli e meno ancora come neutralizzarli e salvare i poveretti che ne sono ostaggi. Peter Casagrande è morto ma da tempo le sue stesse creature si erano rese completamente indipendenti: nel suo sogno megalomane ha sintetizzato, forse per caso, un virus informatico così intelligente da sfuggire immediatamente al controllo. Circolano ora voci preoccupanti secondo cui B&S non sarebbero più soli. In primo luogo la frequenza delle aggressioni continua ad aumentare e, secondo gli esperti, si può spiegare solo con la presenza nel web di una vera folla di cloni B&S. Gli esperti promettono a breve scadenza un antivirus che dovrebbe eliminare i cloni ma già giungono notizie quanto mai preoccupanti. Un numero crescente di utenti sostengono ora in buona fede di avere ricevuto messaggi da vittime del Butrus scomparse da tempo, di regola familiari o cari amici che si identificano citando fatti e informazioni riservate e invitano a rispondere, chi cede al ricatto dei sentimenti e accetta il dialogo cade quasi subito preda della sindrome. I messaggi inneggiano a B&S in toni deliranti e descrivono Surhan come la terra promessa, come paradiso che tutti possono raggiungere, basta avere fede nel profeta. A breve scadenza la Rete potrebbe essere invasa da milioni di pallide larve, caricature infami di poveretti deceduti da tempo, il cui unico scopo sarà quello di fare adepti e moltiplicarsi. Se avranno successo milioni di umani saranno risucchiati nella Rete e trasformati in odiosi simulacri virtuali che si muoveranno alla velocità della luce e che sarà impossibile neutralizzare con un antivirus; saranno diversi uno dall’altro e mancheranno di una firma caratteristica. Vorrei essere ottimista ma che possiamo fare? Abbandoniamo la Rete e torniamo all’età della carta e della matita come vogliono i pinkies e la Giada?

Selezione a cura di Stefano Sandrelli

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