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L'ESA in soccorso della Biblioteca Vaticana

I preziosi testi antichi conservati in una delle più antiche biblioteche del mondo, vengono digitalizzati grazie al formato sviluppato da ESA e NASA per l'archiviazione delle immagini spaziali.

Usando una tecnica sviluppata dall'ESA per archiviare le immagini da satellite del cielo, la Biblioteca Vaticana sta digitalizzando i testi antichi per preservarli per le future generazioni.

Biblioteca Vaticana - salaLa Biblioteca necessitava di un modo per fare la scansione dei delicati vecchi manoscritti e di archiviare i file, così che potessero essere letti ancora per centinaia di anni. La risposta è venuta dallo speciale formato usato dall'ESA per la maggior parte dei propri satelliti scientifici.   

Nel 1970 gli scienziati ESA e NASA svilupparono "FITS", il formato per il sistema di trasporto flessibile di immagini, prendendo spunto dalla radio astronomia.

FITS è usato per l'archiviazione di montagne di informazioni provenienti da quasi tutte le missioni astronomiche dell'Agenzia.  Anche i pionieristici osservatori spaziali Herschel, Integral, XXM-Newton e SOHO hanno tutti usato questo formato.

Nell'era digitale in cui ci troviamo, trovare un formato di archiviazione che duri negli anni è una grande sfida che i ricercatori, gli archivisti ed i bibliotecari di tutto il mondo devono affrontare. FITS è la risposta più opportuna, se si ha un'applicazione che può leggere FITS oggi, si possono leggere i file FITS di 20 anni fa.

FITS - immagine del SoleQueste le caratteristiche che fanno sì che oggi, il formato sviluppato per salvare le immagini delle stelle sia stato adattato a tutt'altro scopo: preservare una delle più ampie collezioni al mondo di libri antichi.

Il Dott. Di Persio dell'Istituto Nazionale di Astrofisica sta lavorando ora con la Biblioteca Vaticana a Roma su un progetto pilota per fare la scansione di parte della sua ingente collezione, salvando i testi come file FITS per assicurarsi che siano disponibili per le future generazioni.

Fondata nel 1475 e una delle più antiche al mondo, la Biblioteca Vaticana custodisce decine di migliaia di manoscritti e codici da prima dell’invenzione della stampa – alcuni hanno 1800 anni.

Oltre a rendere il contenuto più accessibile, digitalizzare i testi aiuta a preservare gli originali. "Toccare un manoscritto è ogni volta un'operazione pericolosa" ha detto Luciano Ammenti, Direttore del Centro di Informatica del Vaticano, a capo del progetto. Ammenti ha scelto FITS per via della sua longevità ed anche perché è una risorsa aperta – non legata ad una singola società.

FITS - scansione di un libro anticoIl formato si adatta inoltre ai fragili, antichi tomi della collezione vaticana. Schiacciate sotto una lastra di vetro, le vecchie pagine possono risultare distorte, ma il software sviluppato per il progetto di scansione calcola automaticamente le differenti angolazioni, fornendo una scansione accurata e piatta.

Il segreto del formato risiede nel fatto che le istruzioni necessarie per leggere e processare i dati sono nell'intestazione aggiunta ai dati. Questo significa che tra un secolo, quando i computer presumibilmente saranno molto diversi, tutte le informazioni necessarie per decodificare i file saranno contenute all'interno degli stessi.

FITS può essere letto sempre, senza necessità di conversione ad un altro formato, che potrebbe causare perdita di informazioni o essere incompatibile con i sistemi futuri.   Al via, dunque, un lavoro enorme, che una volta completato garantirà vita eterna, o quasi, alle memorie custodite in questi antichi testi.



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