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Cure palliative, l'esempio di Torino

Grazie alla collaborazione tra l'Ospedale Gradenigo e la Fondazione FARO i pazienti oncologici terminali possono trovare il supporto e l'attenzione necessari

Quando un paziente oncologico non risponde più alle terapie specifiche in grado di curare la malattia originaria entrano in gioco le cure palliative.  Si tratta cioè di rivolgersi al malato con un’attitudine che si traduce in una attenzione volta prima alla persona, alla sua qualità di vita, e poi alla malattia.

Cure palliativeCi si preoccupa sempre del trattamento del dolore e degli altri sintomi, integrando nella cura del paziente gli aspetti psicologici e spirituali, offrendo sistemi di supporto per rendere il più possibile attiva la vita del paziente fino alla morte. Basilare è anche l’offerta di un sistema di supporto per aiutare la famiglia durante la malattia e durante il lutto

La modalità di lavoro è quella dell’équipe: medico, infermiere, fisioterapista e psicologo devono operare secondo le specifiche competenze in modo integrato.

Solo a Torino sono circa 3.000, 5-6.000 in provincia, ogni anno, i pazienti bisognosi di cure palliative.  Un prezioso esempio di buona operatività di questo servizio nella nostra città è rappresentato dalla collaborazione, ormai decennale, tra Fondazione FARO Onlus e Oncologia Medica del Presidio Sanitario Gradenigo.  Una preziosa sinergia, nata con l’obiettivo di garantire ai malati oncologici un percorso di cura continuo nel delicato passaggio dai trattamenti "attivi" a quelli "palliativi", che si è concretizzata con la presa in carico di circa 170 pazienti nel corso del 2012.

Fulcro del progetto la presenza di figure assistenziali presenti in entrambi i servizi: la presa in carico inizia in ospedale con un'attenzione peculiare ai sintomi e alla progettazione dell'assistenza e prosegue a domicilio (o in hospice) in continuità lineare tra i curanti. Grazie al clima di fiducia reciproca presente fra gli operatori dell'equipe oncologica del Gradenigo, i collaboratori della onlus, i pazienti e le loro famiglie, per più del 75% dei ricoverati è stato possibile avviare un programma di cure palliative a domicilio o in hospice. Inoltre, dal 2007, è attivo anche il "Progetto Protezione Famiglia", una rete di supporto psiconcologico e psicosociale coordinato dalla FARO e operativo trasversalmente nei principali centri oncologici di Torino e Provincia.

Rete cure palliativeCome detto le cure palliative prevedono non solo il controllo della sofferenza, ma anche la gestione delle problematiche psicologiche, sociali e spirituali del paziente e della sua famiglia.   Da alcuni anni, inoltre, si parla di ‘simultaneous care’, ossia il lavorare fianco a fianco di oncologi e palliativisti, per integrare precocemente le cure palliative nel percorso terapeutico del malato oncologico. In questo senso si è operato al Gradenigo, consolidando negli  anni un proficuo clima di lavoro all'interno dell'ospedale. A beneficiarne sono in primo luogo i pazienti, per i quali non solo la vicinanza dei cari, i servizi prestati, la competenza e la professionalità risultano avere un effetto terapeutico, ma anche la percezione rassicurante della stima reciproca fra i medici curanti.

La convenzione fra l’Ospedale Gradenigo e la fondazione FARO vede il coinvolgimento dell'équipe oncologica, diretta dal dr.Comandone, composta da 7 medici (2 dei quali con specifica formazione in cure palliative) e 15 infermieri, di un medico palliativista e due psiconcologhe della FARO.

Nell'ambito di questa collaborazione è stata di recente portata a termine anche un’iniziativa formativa rivolta agli operatori sanitari del territorio. Denominato "Oltre", il progetto ha visto l’approfondimento di temi quali: il dolore "oltre" la legge 38; l'approccio al dolore "oltre" i farmaci oppioidi; le cure palliative "oltre" il dolore (sintomi respiratori, gastroenterici, neurologici, problematiche ematologiche, la gestione delle urgenze tra oncologia e pronto soccorso); le cure palliative "oltre" l'oncologia (patologie neurologiche, cardiologiche, le specificità in pediatria).

“Oltre” come parola-chiave per esprimere la ricchezza di riflessione che nasce dai tanti interrogativi clinici, ma anche etici e spirituali, di chi si trova accanto alle persone nella fase più delicata dell'esistenza

Nonostante la Legge 38 del 2010 abbia sancito per tutti i cittadini il diritto a non soffrire e si sia proposta di garantire, nel nostro Paese, un equo accesso a un’assistenza qualificata attraverso due reti distinte, una per la terapia del dolore e una per le cure dedicate ai pazienti terminali, rimane ancora parecchio da lavorare affinchè la prescrizione dei farmaci oppioidi e le cure palliative vengano considerate come un diritto basilare del cittadino.

 

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