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CIRCE, il più grande progetto di ricerca sul clima del Mediterraneo

Il 3 e 4 maggio a Bologna è stato ufficialmente lanciato CIRCE (Climate Change and Impact Research: the Mediterranean Environment), per studiare l’evoluzione del clima non solo dal punto di vista scientifico, ma anche economico e sociale

I nuovi studi sul cambiamento climatico prevedono non solo l’acquisizione e la valutazione di dati scientifici sullo stato fisico del clima mondiale ma anche la previsione di scenari possibili in base all’impatto che il cambiamento esercita su uomo e natura. Le evoluzioni future infatti possono dipendere largamente dalla capacità di reagire al cambiamento del clima: è fondamentale quindi studiare i metodi e le tecniche di mitigazione, ovvero tutte le risoluzioni possibili in campo politico, sociale ed economico per eliminare o quanto meno ridurre le emissioni di gas serra, responsabili dell’aumento della temperatura sulla Terra. Questo sarà l'obiettivo di CIRCE (Climate Change and Impact Research: the Mediterranean Environment), il progetto europeo, finanziato con 10 milioni di euro nell’ambito del VI programma quadro della Unione Europea, che è stato lanciato all'inizio di maggio 2007 a Bologna presso la sede del CNR.

Circe. Per studiare l’evoluzione del clima non solo dal punto di vista scientifico, economico e sociale

Dal Portogallo alla Siria, dalla Gran Bretagna a Israele, il progetto, che è il più grande ad occuparsi di ricerca sul clima dell'area del Mediterraneo, unisce 62 centri di ricerca europei, mediorientali e nordafricani che sarranno impegnati a studiare gli impatti climatici non solo dal punto scientifico, ma anche da quelli economico e sociale. Infatti una delle novità introdotte dal progetto di ricerca europeo CIRCE è proprio l’integrazione di diverse conoscenze per fornire una valutazione scientifica dei cambiamenti climatici globali in atto, dei suoi impatti e degli eventuali sistemi di mitigazione che possano essere adottati, in linea con la strategia di studio adottata dal più grande organo mondiale: l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change - Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici). In particolare dovranno essere analizzati i costi, quindi gli investimenti necessari, e i benefici che potranno derivare dalla messa in atto di politiche di adattamento ai cambiamenti climatici

“CIRCE produrrà ricerca e conoscenza sul clima del Mediterraneo e sui suoi impatti” ha dichiarato Antonio Navarra (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), “i risultati, frutto della collaborazione tra matematici, fisici, climatologi, agronomi, economisti e informatici, saranno messi a disposizione sia della comunità scientifica che dei decisori politici. Con questo progetto, la ricerca diventa strumento per supportare, con i dati scientifici e la previsione di scenari futuri, le azioni di risposta, ovvero le strategie di mitigazione, ai mutamenti indotti dai cambiamenti climatici.”

Disegno schema mediterraneo Le "aree di impatto" oggetto delle valutazioni di CIRCE saranno: risorse idriche, sicurezza agricola ed alimentare, ecosistemi terrestri, zone costiere ed ecosistemi marini, insediamenti umani, energia e industria, assicurazioni ed altri servizi finanziari e salute. Gli studi dovranno inoltre essere supportati da una attività di divulgazione scientifica dei risultati prodotti in campo accademico nazionale e internazionale.

Per l'Italia partecipano, oltre all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) che ha il ruolo di coordinatore del progetto, il CMCC (Centro Euro-Mediterraneo dei Cambiamenti Climatici), la Fondazione ENI Enrico Mattei, l’ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), l’ASL di Roma (Dipartimento di Epidemiologia), le Università degli Studi della Tuscia, di L’Aquila, di Bologna e del Salento e l’OGS (Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale) di Trieste.

Il lancio di CIRCE è avvenuto in concomitanza con la pubblicazione della terza parte del IV rapporto dell’IPCC. A Bangkok, il 4 maggio, sono state infatti presentate le tecniche e le risoluzioni per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, descritti nei precedenti capitoli di lavoro dell’IPCC, pubblicati in febbraio e aprile di quest’anno. Dopo la sezione di Bangkok, in novembre (il 16, a Valencia) il lavoro verrà completeto con il report definitivo di sintesi.

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