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Attenzione alla glicemia

Una dieta equilibrata può favorire il controllo del livello glicemico, causa di un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e infiammatorie, in particolare negli anziani

Le diete che prevedono l’assunzione di alimenti contenenti carboidrati con elevata capacità di innalzare i valori di glicemia nel sangue risultano avere conseguenze infiammatorie per l’organismo, oltre a favorire una diminuzione della capacità di smaltimento dei grassi e del controllo della fame.

A questa conclusione è giunto un lavoro di ricerca svolto dalla Human Nutrition Unit dell’Ospedale Universitario spagnolo di Sant Joan che ha raccolto i dati relativi alle abitudini alimentari di 511 anziani (sia uomini che donne), con elevato rischio cardiovascolare, monitorandone lo sviluppo dopo un anno di follow up.

Indice glicemico alimentiI dati raccolti hanno dimostrato che valori più elevati di indice glicemico (IG -  esprime la velocità con cui la glicemia aumenta in seguito all'assunzione di un certo alimento) e di carico glicemico (GL - la velocità con cui la glicemia sale in seguito all’assunzione di un pasto avente una determinata densità di carboidrati)  si associano a livelli significativamente maggiori di sostanze con azione infiammatoria prodotte dal tessuto adiposo.

In particolare nei soggetti seguiti sono stati misurati i livelli plasmatici di due proteine, la leptina e l’adiponectina, congiuntamente ad altre molecole che segnalano il rischio cardiometabolico, rapportandone le misure a quelle dell’Indice glicemico e del carico glicemico della dieta seguita.

La leptina e l’adiponectina sono due proteine fondamentali nella regolazione di un corretto funzionamento del nostro organismo.  La leptina (dalla radice greca leptos = magro) è un piccolo ormone di natura proteica, fortemente coinvolto nella regolazione del metabolismo lipidico e del consumo energetico. I suoi recettori sono localizzati nell’ipotalamo, proprio nella zona deputata al controllo del peso e della fame.

Prodotta soprattutto nel tessuto adiposo bianco, essa attiva un vero e proprio canale di comunicazione tra tessuto adiposo e cervello, che regola l'accumulo di grasso negli adipociti, inoltre diminuisce il senso di fame e aumenta il consumo energetico, favorendo quindi la riduzione di peso.   La leptina agisce positivamente anche in merito ad altre funzioni biologiche: regola l'attività tiroidea, facilita l'emopoiesi, regola il sistema immunologico potenziando le difese, regola il sistema riproduttivo e la formazione ossea.

Glicemia - alimenti a basso contenuto glicemicoAnche l'adiponectina è una proteina sintetizzata dalle cellule del tessuto adiposo, con proprietà anti-aterogeniche (previene e riduce la chiusura e l'indurimento delle arterie) e antinfiammatorie. In particolare è stata dimostrata una chiara relazione tra i livelli di questa proteina e l'estensione della massa grassa: i livelli di adiponectina sono notevolmente minori negli obesi rispetto ai soggetti normopeso.  L’adiponectina è quindi un importante protettore contro il rischio cardiovascolare.

In sostanza lo studio ha rilevato che le diete a elevato indice glicemico e carico glicemico contribuiscono a variare in negativo le concentrazioni plasmatiche della leptina e dell’adiponectina, con un conseguente aumento del rischio infiammatorio e cardiovascolare, in particolare nei soggetti anziani.

Tra gli alimenti ad alto valore glicemico di largo consumo si segnalano il pane bianco, il glucosio, il maltosio, le patate, i biscotti, i crackers e ahimè la pizza.  Tra quelli invece a basso valore glicemico troviamo il fruttosio, mele, pere e ciliegie, lo yogourth, il latte magro, piselli, lenticchie e fagioli.

In generale una dieta equilibrata, con un controllato apporto di alimenti ad elevato indice glicemico è, comunque, altamente consigliabile per tutti.

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