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Attenzione alla sindrome metabolica

Aumento di peso e di circonferenza possono portare a malattie cardiovascolari. Parte da Torino uno screening a livello nazionale

Si chiama sindrome metabolica ed è un disturbo legato all’aumento del peso corporeo ed, in particolare, ad una forma di obesità che vede crescere soprattutto la circonferenza addominale. Da tempo in Italia è partito lo studio Waist, coordinato da Solvay Pharma con il patrocinio della Società Italiana di Endocrinologia (SIE), un progetto di monitoraggio della Sindrome Metabolica nella popolazione italiana che prevede un vero e proprio ambulatorio itinerante al cui interno sarà possibile effettuare visite mediche gratuite per valutare i propri parametri.Grasso e magro

La Sindrome Metabolica è una condizione caratterizzata dalla concomitanza di molteplici fattori di rischio: iperglicemia, dislipidemia (ipertrigliceridemia e riduzione del colesterolo HDL), ipertensione arteriosa e obesità centrale.

Nei pazienti con Sindrome Metabolica il rischio relativo di incorrere a malattia cardiovascolare aumenta di 2-3 volte, mentre quello di sviluppare il diabete di tipo 2 è di almeno 5 volte.

“La sindrome metabolica è una condizione in netta espansione nel nostro Paese. In media (senza

considerare l’età) un italiano su cinque soffre di questa condizione clinica – afferma Chiara Manieri, Divisione di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo Dipartimento di Medicina Interna, Università di Torino - Ospedale Molinette. Esistono dei criteri che possono rappresentare un campanello d’allarme per la Sindrome Metabolica: soprattutto il sovrappeso e l’aumento di peso a livello dell’addome. Per questo è sufficiente effettuare una banale misurazione del giro vita. In particolare i valori del giro vita da non superare sono 88 cm per le donne e 102 cm per gli uomini.”

A questo si aggiunge anche la presenza di dislipidemia, ossia livelli alterati di grassi nel sangue (in particolare trigliceridi maggiori o uguali a 150 mg/dl e colesterolo HDL minore di 40 mg/dl negli uomini e 50 mg/dl nelle donne), alti livelli di pressione arteriosa (sistolica maggiore o uguale a 130 mmHg e diastolica maggiore o uguale a 85 mmHg) e, infine, glicemia a digiuno maggiore o uguale a 100 mg/dl.

“E’ sufficiente avere tre di questi parametri – continua Chiara Manieri - per poter parlare di Sindrome Metabolica. Coloro che sono in questa condizione, nell’arco di 10 anni, corrono il rischio di incorrere in una malattia cardiovascolare. Tale rischio è circa 2 volte e mezzo superiore rispetto a quello che corrono le persone dello stesso sesso e della stessa età, che non soffrono di questa sindrome.”

L’associazione tra Sindrome Metabolica e rischio cardiovascolare, unita all’espansione a livello epidemiologico di tale sindrome, ci deve mettere in allarme su un possibile “boom” di malattie cardiovascolari nel breve periodo Recenti evidenze suggeriscono, inoltre, che la Sindrome Metabolica negli uomini può essere associata all’ipogonadismo, tanto che l’ipogonadismo ad insorgenza tardiva potrebbe essere aggiunto agli attuali criteri diagnostici della Sindrome Metabolica.

Per informazioni è inoltre attivo il sito www.waist.it.

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